Sogno e realtà

Quando finisce un amore


"Sincerità, questo è il nome che vorrei dare a te. Sincerità, questo è il nome che vorrei io da te..."
Io sempre di più mi convinco di essere nata in epoca sbaglliata e di essere una inguaribile utopista. Pensavo che dovendo dire qualcosa si usi la parola, ancora di più in ambito familiare e di coppia. Ma forse è troppo semplice, in un’era fatta di artifici questi entrano a pieno titolo nella vita quotidiana e si usa ogni tipo di inganno e sotterfugio per conseguire ciò che si desidera.Qualche settimana fa sono arrivati gli svedesi a dirci scientificamente che il tradimento dipende da un gene fornendo così una valida scusa e confermando quello che i fedifraghi dichiaravano da sempre e cioè che l’uomo come ogni animale cerca di inseminare più donne per la conservazione della specie. Premetto che io credo poco nell’amore eterno, ma che si cerchino delle scuse per non assumersi le responsabilità dei propri comportamenti non mi piace, la vasopressina avrà anche le sue ragioni, ma la forza di volontà dell’essere pensante dovrebbe essere più forte di un “difetto” congenito altrimenti equivarrebbe a dire che siamo degli automi che vivono solo di istinti primordiali.Questo non bastava a complicare già qualcosa di tanto ingarbugliato che da secoli poeti e filosofi cercano di capire e cioè l’amore e la sessualità, difficile capire cosa lo scateni e cosa lo faccia finire, ma almeno una volta capito prendiamoci la responsabilità di dirlo sinceramente senza ricorrere a trucchi per farcene uscire anche candidamente “immacolati”.Mi riferisco a un nuovo “mestiere” nato in Giappone del cui servizio si avvalgono le mogli per liberarsi delle storie giunte al capolinea addossando al partner le colpe e cioè il lavoro delle “divorziatrici” di cui si avvale una società nipponica per indurre all’adulterio i mariti per poi fotografarli in compagnia di tali signore e fornire alle mogli che hanno commissionato questo servizio le prove da portare in giudizio di separazione. Una giornalista del Times ha seguito da vicino un caso quello dell'incontro tra Kyoko, vent'anni, e un imprenditore quarantenne sposato. Dopo una cena a due, la coppia conclude la serata nel quartiere dei "love hotel" di Tokyo, dove si va solo per fare sesso. All'uscita i due si scambiano un bacio e poi Kyoko torna a casa. Tutta la serata è stata catturata dall'obiettivo della Gnc che così ha il materiale necessario per inchiodarlo. Non riesco a comprendere chi commissiona questo tipo di inganno perché se anche è indotto e fatto da chi non si ama più resta pur sempre un tradimento e ferisce un po’ nell’orgoglio se non nel sentimento.Ma per la moglie dell’imprenditore non sarebbe stato più facile dire :“Non ti amo più, la nostra storia è finita è meglio continuare ognuno per la nostra strada?”E’ davvero così difficile parlarsi con sincerità?