Sogno e realtà

Dolore di madre


Domenica scorsa mia sorella, conoscendo la mia passione di appuntare pensieri su fogli sparsi, mi ha chiesto di partecipare al concorso popolo di poeti legato al programma tv “Domenica in”. Ho acceso la tv per capire di cosa si trattasse, ma più per curiosità che per interesse vero, ed ho assistito all’estrazione del tema proposto per la settimana. Un argomento davvero triste ed a me non congeniale: la guerra. Ho il rifiuto di ogni violenza, in passato sono arrivata al punto di negare anche degli avvenimenti, rimossi inconsciamente. Per questo motivo credevo che non avrei mai potuto scrivere nulla. Poi mi è venuto in mente un ricordo d’infanzia, ho ricordato di quando mio padre mi raccontava del dolore di sua madre per un figlio mai tornato dalla campagna di russia. Papà mi diceva che lei saliva sulla terrazza e rivolta ai quattro punti cardinali urlava “ Fiju mia addò ta cia chianciri?” ( Figlio mio dove ti devo piangere?), poi tornava giù prendeva i vestiti di quel figlio disperso li poneva sul tavolo e accarezzandoli liberava il pianto. Eppure lei continuava a sperare di poterlo riabbracciare. Così ho voluto ricordare il suo dolore, le atrocità della guerra vissuta da una madre, un dolore straziante per la stoltezza umana che lascia solo vinti.Il ritorno dal DonScorrono immagini lacerantimentre seduta in quel rifugioripeto la mortale parolaguerra che squarcia i corpi.Sale l’angoscia col fiume di sanguee urli senza suono del pensieroFiglio dove sei, dove ti piango?Rivedrò  il tuo amato volto?Nel rifugio corrono i bambiniil loro sorriso distrae la pauraDove sei tu, figlio mioli vedi ridere i bambini?Questa stolta umana crudeltàti ha allontanato da tua madreson passati cinquanta anni ormaifiglio quando busserai alla porta?Di te mio diletto non rimaneneppure una fredda crocetra le tante piantate in terratestimoni di silenziosi assenti.I capelli sono ormai canutile forze vengono menoIl mio respiro è smorzatola mia fiamma si consuma.Non ho più tempo figlio mioforse oggi busserai alla porta... eccoti, ecco i tuoi occhiprendimi Figlio la luce ci attende.
Non l’ho inviata al concorso, non reputo i miei scritti degni di gran divulgazione,e i mie pensieri sono per me stessa e per le persone a me care.Mi fa molto piacere condividerli con voi, perché ormai vi sento parte della mia vita,non siamo nick siamo persone vere con rapporti umani veri.