Sogno e realtà

L'ardori t'la terra rossa


Come vi dicevo nel post sottostante ieri pomeriggio e stamattina sono andata nei campi a ripulire l’uliveto dalle foglie secche e per sistemare e assestare il terreno per la raccolta delle olive.Le piante di ulivo secolare sono uno spettacolo per la vista, una meraviglia che solo la mano della natura e il tempo riesce a realizzare. Mentre ripulivo la base dei tronchi dai germogli guardavo incantata il tipo d’intreccio del tronco, che ricorda le mani consunte e rugose di un vecchio contadino col viso riarso dal sole, e ogni tronco con i suoi nodi e la sua corteccia scalfita dalle intemperie e dal sole racconta una storia.Nel mio piccolo terreno ci sono diversi alberi secolari e ogni volta che vado lì immagino, mio padre con una frisella e una brocca di vino nel tempo della potatura e mio nonno prima di lui nel tempo del raccolto che una volta si faceva, raccogliendo le olive una per una con le mani dall'alba al tramonto. Ripercorro così la storia di famiglia e il mio senso di appartenenza alla terra diventa il mio stesso dna, l’odore della terra rossa diventa il profumo della mia pelle, e il vento che scompiglia le ciocche dei capelli che urtano contro le chiome più basse diventa l’abito della festa e divento quasi parte viva di quel paesaggio al pari delle radici di quell’albero col terreno che percorrono ora in profondità e ora al di sopra della superficie.Sono sicuramente stanca, ho i calli alle mani e il mal di schiena, ma ho la mente libera e ritemprata da un pieno di vita semplice e genuina. Vengo da una famiglia contadina e sento vivo il richiamo della terra.Unico neo i cacciatori, la mia condanna per la caccia è risaputa, oggi c’erano talmente tanti cacciatori nelle campagne coltivate che sembrava di trovarsi in un campo di battaglia. Ma possibile che non ci siano delle aree a loro riservate?E’ normale che qualcuno sta per i fatti suoi e debba temere di essere colpito da un proiettile?