Sogno e realtà

Lavorare per vivere


Comincio ad accusare il colpo o per essere precisi la stanchezza. Il lavoro sta diventando sempre più gravoso per me, sento la mancanza di un po’ di tempo libero, quando mi va bene i miei orari sono 7.30-13  15,30-20 (questo però accade raramente, non ricordo quasi più quando sono uscita davvero alle 20.00) il fatto poi che sia un orario spezzato mi assorbe davvero molto e così scadendo nei luoghi comuni mi sembra di vivere per lavorare. Fino a un po’ di tempo a riuscivo a ritagliare dei piccoli spazi per girovagare
qui in rete, e così mi sembrava di avere una minima vita sociale, adesso causa accessi limitati resto sola per tanto tempo, tra freddi numeri senza una risata e mi sembra davvero che la giornata sia interminabile, da ieri poi mi sento in imbarazzo anche per una telefonata, perché mi sono presa un rimprovero anche per questo, io temo di non farcela più.Io ho bisogno di confrontarmi con gli altri, ho bisogno di ridere di scherzare allegramente.Ora più che mai mi pesa non aver seguito le mie aspirazioni.Io volevo essere la “maestrina dalla penna rossa” di deamicisiana memoria, so che quella era la mia strada, non è solo un mio pensiero, ho avuto le prove quando facevo l’educatrice di acr mettermi al servizio dei piccoli mi faceva sentire realizzata, adesso mi pare di annegare tra i numeri e vorrei tanto poter avere del tempo per me.A volte mi sembra che il lavoro sia un incubo costante per tutti, per chi non ce l’ha per ovvie ragioni e per chi ce l’ha e vive in una specie di “carcere” schiavi senza catene e senza capacità di immaginare la vera libertà.Ma non c’è via di scampo, possiamo recriminare quanto vogliamo ma c’è sempre la solita guerra tra padroni e lavoratori, o forse più civilmente nel lessico moderno dovrei dire tra aziende e dipendenti, ma il risultato è sempre lo stesso.Poi leggo di aziende a misura di dipendenti e mi sembra che sia utopia, viste le mie esperienze, immaginate che quello attuale è il miglior lavoro che io abbia avuto da vent’anni a questa parte. E intanto ti ripetono “ tutti sono utili, nessuno indispensabile” come a dire la porta è sempre lì, in una specie di velato ricatto.E ogni giorno resta uguale all’altro la sveglia, il lavoro, il pranzo, il lavoro, la cena, il sonno, e poi ricominci il giorno dopo e nonostante questo al 20 del mese i soldi scarseggiano e rinunci quasi anche all’indispensabile. Col passare degli anni diviene frustrante  investire l’intera giornata nel lavoro, dato che si vive una sola volta nell’arco intero dell’eternità e credo che ognuno abbia diritto alla sua vita privata. Mi scuso con tutti è la stanchezza che mi fa dire questo lo so, intanto devo appunto tornare a lavorare