Sogno e realtà

Lo scherzo


In tempi ormai lontani avevo letto “L'insostenibile leggerezza dell'essere”, di cui tanti hanno parlato e tessuto elogi e mi aveva colpito per l’intreccio delle tematiche che ritroviamo in questo romanzo dello stesso autore. La storia si apre un momento prima della fine e poi si snoda riavvolgendo il passato, una storia che contiene una vita; una vita che cerca riscatto in una vendetta; una vendetta che quando verrà non darà alcun riscatto. Si ritorna all’inizio. Sappiamo tutto, ma non è cambiato niente. Eppure è cambiato il nostro modo di guardare alla vita.Dopo aver ultimato la lettura de “Lo Scherzo” mi chiedo perché non conosca non dico maggiore, ma almeno lo stesso successo di pubblico giacché tratta gli stessi temi e cioè: le questioni politiche, l'identità, i rapporti di coppia. Tutto con una vivezza che nel romanzo più famoso viene sacrificata e con la bravura di uno scritto con senso di noia che paradossalmente avvince il lettore.I personaggi paiono buttati lì, descritti in maniera sommaria con un unico denominatore comune che è la devastazione della bellezza non a caso legata alla povertà e all’abbandono. E pure l’amore cercato ardentemente da tutti i personaggi si trasforma in sentimenti opposti e devastanti come l’odio e la vendetta.La storia e la politica restano co-protagoniste di questo romanzo che non si può ricordare solo per le storie dei personaggi, le loro vicende di vita e la ricerca di un riscatto da parte degli stessi e c’è la disperazione interiore per la perdita della gioventù, e l’amarezza per il senso di sconfitta. "Si dedicano egoisticamente a se stessi. Noi volevamo salvare il mondo. In realtà, col nostro messianismo, c’è mancato poco che non lo distruggessimo, il mondo. Forse loro, col loro egoismo, lo salveranno" è l’amara quanto vera constatazione di uno degli sconfitti dal corso della storia e la disillusione e alla fine arriviamo alla conclusione che lo scherzo non è quello che architetta il protagonista, ma quello che la Vita propina a tanti.Grande merito di Kundera quello di non lasciare mai il lettore, ma di coccolarlo oserei dire “imboccarlo” nella lettura perché non sia mai disorientato e debba rileggere un particolare per capire, non occorre mai perché resta impresso per la minuziosa descrizione di ogni momento della storia e del mondo interiore dei personaggi.Per me “Lo scherzo” è la prova che un romanzo non è solo la storia che racconta, ma il modo in cui la narra.