Sogno e realtà

Mah


Mi farebbe piacere che leggeste questo articolo del corriere di ieriVe lo chiedo perché ho bisogno di capire.Provo a fare uno scheminoUn’adolescente di 16 anni torna a casa chiusa in un mutismo che non le è consono.La mamma riesce a farla aprire e lei racconta che un suo insegnante, mentre tutti erano intenti nel compito la chiama alla cattedra e le infila una mano tra le cosceLa mamma accompagna la ragazza a fare una denunciaIl preside apre un procedimento disciplinare L’insegnante si suicida per la vergogna proclamandosi innocenteIl giornalista del corriere della sera  non si limita certo a riportare i fatti come avrete letto, ma tra una fase riferita e altre taciute si impegna a fare un ritratto oltre che fisico “un bell'uomo alto e sportivo, che amava lo sci e i viaggi” anche di irreprensibilità morale usando immagini che vanno da spaccati adolescenziali in stile “tre metri sopra il cielo” alla più classica teoria in voga nei nostri tempi (  leggasi utilizzatori finali ) che l’uomo bello in quanto tale ha a disposizione tutte le donne che vuole.Trovo davvero disgustose le illazioni messe sulla bocca della bidella (figurarsi se poteva rovinarsi con una ragazzina)  e del passante che nervosamente dice alla moglie: "oggi girano certe tipette che non so quante gliene darei... ci mettono due minuti a farti passare per pedofilo"Insomma ci manca solamente che qualcuno dicesse apertamente “ portava la minigonna cosa si aspettava... l’uomo è uomo... la carne è debole...” Solo dopo aver insinuato il dubbio sulla condotta e la credibilità della ragazza e dopo due intere colonne dell’articolo ci dice che anche altre ragazze si erano lamentate dell’atteggiamento “ troppo confidenziale” dell’insegnante e probabilmente dopo il coraggio della ragazza stavano preparando altre denunce.In chiusura poi, secondo me, va oltre il fondo commentando il senso di colpa di un’adolescente che vede una morte dietro la sua denuncia. "Come si fa? Non è semplice, ma purtroppo lo può sapere solo lei. Anche in un tempo che ha scombinato l'anagrafe, in un mondo di Peter Pan sessantenni , di ninfette attempate, di donne fatali preadolescenti , la verità rimane pur sempre la verità.E prima o poi, se era verità, finirà per scacciare la colpa".Parlavo di queste mie impressioni al telefono con un amico il quale mi ha detto che sono la solita femminista anche un po’ cinica ed insensibile verso un dolore che ha portato alla morte.Dopo il primo momento di smarrimento un cui mi sono chiesta se stessi davvero strumentalizzando la situazione per il mio “ solito comizio femminista”  come lo ha definito il mio interlocutore, non credo che sia così, credo invece che al limite sia diffidenza per altro giustificata dagli innumerevoli fatti di cronaca.Umanamente non posso che dispiacermi per un epilogo tragico, ma trovo davvero diseducativo, immorale, deprecabile e inaccettabile voler far passare un messaggio che dica “ non denunciate, abbiate pietà di chi vi molesta, sentitevi in colpa per le conseguenze nella vita del molestatore”Beh, forse per riuscire a capire cosa significhi sentire su di sé lo schifo di una mano addosso se si ha la fortuna di non averlo provato direttamente, bisogna sentirsi madre, sorella di una vittima del molestatore di turno.Io voglio invece farne passare un altro messaggio, Denunciare non è una colpa, denunciare non è chiedere vendetta è chiedere giustizia per sé ed impedire che un’altra prossima vittima provi la stessa sensazione di violazione, di sporco. Qualsiasi molestia,per me, non è casuale, da quella delle parole ( ricordo a distanza di anni la sensazione di vergogna mista a incomprensione e schifo provata. Ero un’allocca di 17 anni quando un conoscente di 50 mi descrisse ogni centimetro della lunghezza del suo membro e mi raccontò che aveva sognato che io volessi toccarlo), passando per la mano morta in autobus fino a giungere allo stupro. Un molestatore che lo fa con una ragazza, lo farà ad ogni occasione e troverà il modo per crearsi migliaia di occasioni. La denuncia di una, salva qualcun’altra.