Sogno e realtà

Il giardino incantato


Da sempre ho amato passeggiare in campagna. Sin da quando ero piccola e i nonni in estate andavano nella casa di campagna che ancora per la famiglia intera resta il luogo degli affetti. Ancora oggi mi sembra di vedere la tavolata costruita con tufi calcarei tenuta sempre bianchissima con una mano di calce fresca, mi sembra di avvertire il profumo delle friselle e del pane appena sfornato e la nonna che ci chiamava a raccolta per la merenda con uva e fichi appena colti. E poi la conta per il
giro sull’altalena e i più grandi che se ne appropriavano per primi e i canti a squarciagola a cavalcioni sui muretti a secco e le corse senza sosta attraverso i sentieri sterrati.Quando qualcuno mi chiede se esiste un modo sintetico per descrivere il mio essere rispondo “ sono plasmata di terra rossa”, sicuramente questa definizione lascia perplessi i miei interlocutori, forse solo chi almeno una volta di è seduto sul tronco di un ulivo secolare può capire cosa intendo con questa espressione. Chi ha passato gli anni dell’infanzia in questa campagna dove domina incontrastata la coltivazione dell'ulivo, dove tronchi contorti si stagliano dalla terra rossa, lasciando le 
chiome brillare nell'azzurro del cielo ha forgiato il suo carattere con un bagaglio emozionale e culturale che resta un cordone ombelicale che nessuno potrà mai recidere con il fascino quasi magico di questo paesaggio che la natura prodiga rende una specie di giardino incantato.
Oggi ho voluto riabbracciare questa madre terra, passeggiavo guardando le festose margherite gialle selvatiche, godendo del melodioso concerto naturale del vento tra gli ulivi e il cinguettio dei passeri svuotando la mente per assaporare l’aria aperta e i cieli sempre mutevoli immaginando alfine le immense distese azzurre del mare verso cui corre la campagna e che schiude gli orizzonti sconfinati.Primavera in Puglia"Questa è la terra di Puglia e del Salento, spaccata dal sole e dalla solitudine, dove l'uomo cammina sui lentishi e sulla creta. Scricchiola e si corrode ogni pietra da secoli . . . Anche le pietre squadrate, tirate su dall'uomo, le case grezze, le chiese destinate alla misura del dolore e della speranza, seccano e cadono nel silenzio. Avara è l'acqua a scendere dal cielo, gli animali battono con gli zoccoli un tempo che ha invisibili mutamenti"  (Salvatore Quasimodo)