Sogno e realtà

Un blasfemo


Faber ha un posto speciale nel mio cuore.La sua poesia, il suo cantare la gente umile coi suoi insegnamenti magistrali che scaturiscono dai drammi della vita toccano sempre le corde più intime dell’anima.Da quando la mia fede è scemata mi ci riconosco sempre di più.Ogni giorno toccando le contraddizione del clero mi chiedo se non siamo noi blasfemi i veri seguaci di cristo, quel cristo che incontro ogni giorno nel reietto dalla società bigotta."Mi arrestarono un giorno per le donne ed il vino,non avevano leggi per punire un blasfemo,non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte,mi cercarono l’anima a forza di botte"Il cristo che è la persona comune. Quella signora della notte che smessi i tacchi e il trucco lotta ogni giorno col perbenismo di chi la condanna con le parole, ma continua a cercarla. Quel ragazzo condannato e massacrato a forza di botte per 20 gr. di fumo. Quella bambina di 13 mesi lasciata morire rifiutata perché fuorilegge per u timbro mancante. Quell’uomo malato di mente lasciato legato per ore ad un letto dimenticato al punto di accrgersi della sua morte solo dopo 6 ore. Quella ragazza lasciata agonizzante su un sottotetto di una chiesa senza che nessuno udisse un lamento....Tanti si sentono sono custodi della verità.Una verità che forse non può essere mai assoluta, ma che può sempre dare spazio ad altre interpretazioni che non sono "il giardino incantato" delle coscienze fuorviate da un clero che nasconde e nega in modo becero la conoscenza del male quando l'uomo scandalizzato e confuso allunga le dita ad afferrare la mela proibita."è proprio qui sulla terra la mela proibita, e non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato,ci costringe a sognare in un giardino incantato..." Mai più mi chinai e nemmeno su un fiore, più non arrossii nel rubare l'amore dal momento che Inverno mi convinse che Dio non sarebbe arrossito rubandomi il mio. Mi arrestarono un giorno per le donne ed il vino, non avevano leggi per punire un blasfemo, non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte, mi cercarono l'anima a forza di botte. Perché dissi che Dio imbrogliò il primo uomo, lo costrinse a viaggiare una vita da scemo, nel giardino incantato lo costrinse a sognare, a ignorare che al mondo c'e' il bene e c'è il male. Quando vide che l'uomo allungava le dita a rubargli il mistero di una mela proibita per paura che ormai non avesse padroni lo fermò con la morte, inventò le stagioni. ... mi cercarono l'anima a forza di botte... E se furon due guardie a fermarmi la vita, è proprio qui sulla terra la mela proibita, e non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato, ci costringe a sognare in un giardino incantato, ci costringe a sognare in un giardino incantato ci costringe a sognare in un giardino incantato.