Sogno e realtà

URLO


Il 10 giugno non porta bene al nostro paese, per niente è un giorno che segna delle tappe orribili della storia italiana.Il 10 giugno 1924 fu ucciso Giacomo Matteotti solo una decina di giorni prima aveva detto, in ocasione della denuncia dei brogli fascisti " e adesso, potete preparare la mia orazione funebre"Il 10 giugno 1940 l’Italia fascista entra in guerra il duce dal balcone delira:"Vincere! E vinceremo!”,  affermando perentoriamente che “un’ora segnata dal destino sta per scoccare sul quadrante della storia, l’ora delle decisioni irrevocabili…”Il 10 giugno 1940 fu il giorno della follia! ....10 giugno 2010 L'italia disonesta si para il ...Sembra che mussolini si sia reincarnato.Il progetto è charo quello di smantellare la democrazia e instaurare un regime come quello dell'amico russo smantellando i cardini di libertà della costituzione come egli stesso ha delirato non solo qualche giorno fa e dare compimento al programma piduista a cui ha aderito con tesseta 1816:I riferimenti del belusconismo sono questi, il berlusconismo è questo (e non dimentichiamo anche i continui accenni a Mussolini)Il progetto Propaganda2  di sovvertire l'ordine istituzionale fa il suo corso. L'ultimo baluardo di speranza per il nostro paese sembra spegnersi sotto la censura. Si di CENSURA si tratta. Non fatevi ingannare dagli editoriali di quegli pseudo giornalisti di scuola minzoliniana.Fa paura. Tanta. Troppa. Ma non edulcoriamo la verità con altri termini, chiamiamo le cose per quello che sono. Perché parlando di Cina o Iran ci indignamo? La dittatura è in casa nostra non altrove. E pare favore non lasciamoci ingannare con le balle della privacy, la ragione impedire che le indagini facciano il loro corso. Togliere a investigatori e magistrati i mezzi per scoprire i vergognosi, criminali scheletri nell'armadio della gemtaglia che usa i mezzi di potere a proprio piacimento. E con questo post forse mi chiuderanno il blog! Non me ne frega un beep continuerò a scrivere anche sui muri se sarà necessario, anche se fossero quelli di una cella.Ed ora incollo il magistrale articolo di Concita De Gregorio Una tappa di montagnaNella quotidiana classifica che ogni giorno ci impegna per ragioni (anche) di lavoro tocca stabilire una gerarchia: vediamo, qual è la cosa più grave che ha detto/fatto oggi, di seguito le altre. Non c'è nessun dubbio che la più grave delle ultime quarantott'ore sia la filippica piduista contro "la Costituzione cattocomunista", "un inferno rispettarla", vero e proprio coming out del dispotismo non più solo tendenziale, una specie di bozza di lavoro per il futuro prossimo. Il futuro è già qui, difatti ecco che al primo posto dei lutti democratici di giornata (il giornale esce listato a lutto) tocca oggi elencare la fine della libertà d'indagine e di stampa così come l'abbiamo sinora conosciuta. D'indagine e di stampa: non ci stancheremo di ripeterlo. Solo apparentemente il bavaglio ai giornali è il cuore del ddl sulle intercettazioni per cui il Senato ha varato la fiducia. Il centro della questione è spuntare le armi di chi indaga: forze dell'ordine, magistrati. La posta in palio è fare in modo che chi ha qualcosa da temere si senta tranquillo: le mafie, le cricche. Niente più indagini capaci di mettere in ginocchio chi lucra e delinque a spese del Paese, il fatto che poi non se ne possa neanche scrivere diventa il necessario conseguente corollario. E' un brutto giorno, oggi, il più brutto. È il giorno in cui comincia davvero l'assalto alla Costituzione, ecco che diventa realtà: con voce stentorea il governo annuncia l'ora delle decisioni irrevocabili. D'ora in avanti saprete solo quel che il governo - per mano della sua maggioranza blindata - vuole che si sappia. Gli editori, i giornali dovranno piegare il capo al suo volere. I magistrati, le polizie eseguire mansuete. Intanto le imprese potranno fare il loro interesse che non sia più, che anticaglia!, vincolato e sottoposto all'interesse generale. Prima l'interesse privato di chi ha denaro da spendere, poi quello di tutti, cosa volete che importi l'interesse di chi soldi non ha.Lo abbiamo detto subito e lo ripetiamo: non ci arrenderemo. Non piegheremo la testa, non rispetteremo una legge liberticida. Continueremo a fare il nostro lavoro fino a che ci sarà materialmente consentito. Speriamo proprio che salga dal Paese un fremito di consapevolezza, di indignazione, persino di paura di quel che sta avvenendo e può ancora avvenire. Guglielmo Epifani annuncia in un'intervista le ragioni dello sciopero generale della Cgil. Le opposizioni, per quanto in sedi e in forme diverse, sono unite dal comune proposito di dare battaglia. Ieri al momento del voto i deputati dell'Italia dei valori hanno occupato i banchi del governo e sono stati espulsi. Il Pd ha lasciato l'aula. Nei prossimi giorni ci saranno manifestazioni, raccolte di firme, scioperi di categoria. Quello dei giornalisti, quello dei magistrati. È il momento di unire le forze, non di disperderle. Spinti all'angolo, bisogna reagire: se anche da angoli diversi che l'azione sia concentrica, coordinata e comune. Dice oggi Romano Prodi in un'intervista ad Andrea Satta, parlando (anche) di bicicletta: «La politica è una corsa a tappe. Purtroppo vedo in giro troppi velocisti. Non si va da nessuna parte se si pensa solo alla volata», la tornata elettorale è alla fine della corsa. È una tappa di montagna, questa. In sella, e pedalare.E un pensiero malevolo non manca per quella finta opposizione che ha permesso questo scempio, ce l'ho se possibile ancor più con loro, perché quando ne avevano la possibilità non hanno mosso un dito perché questo non accadesse. Quanto a chi ha votato questi energumeni peste lo colga! Nota a margineOggi avrei decisamente preferito ricordare Enrico Berlinguer nel 26° anniversaro dalla sua scomparsa, fatemi almeno dire che mi manca tanto e che probabilmente con uomini come lui nel pd non saremmo mai giunti a questo.