Sogno e realtà

Un amore... una vita in 50 scatti


“Dipingo ciò che non posso fotografare.Fotografo ciò che non voglio dipingere.Dipingo l’invisibile. Fotografo il visibile.”Man Ray (Filadelfia, 27 agosto 1890 – Parigi, 18 novembre 1976)In Mostra ad Andria gli scatti del genio ribelle The Fifty Faces of JulietIl foto album della mostra su facebook
Cinquanta ritratti che l'artista scattò alla moglie, Juliet Browner, tra il 1941 e il 1955. Man Ray ebbe l’idea della raccolta “The Fifty Faces of Juliet come omaggio a sua moglie Juliet, ma anche come un "saggio" di opere foto-grafiche iniziato a Los Angeles nel 1941. Cinquanta fotografie, con tecniche e stili diversi  dedicate alla Musa della sua vita raccontandoci la sua storia d’amore e di vita.
Cinquanta lavori che gli permettono di comprendere meglio il variegato mondo della fotografia e di approfondirlo in parallelo con le tecniche pittoriche che Man Ray conosceva ed apprezzava. Per buona parte della sua vita, lui si è infatti considerato un pittore che usava gli scatti, che sicuramente gli riuscivano meglio, per sopravvivere nei duri tempi di ristrettezze economiche.
L’immagine di Juliet sotto l’occhio del genio dell’immagine viene continuamente reinventata, un piccolo segno di matita diventa un ricamo prezioso, un intervento grafico ne svela la più intima sensualità mirabilmente resa elegante da un pezzo di stoffa o un velo trasparente.
Diceva il genio ribelle “Di sicuro, ci sarà sempre chi guarderà solo la tecnica e si chiederà «come», mentre altri di natura più curiosa si chiederanno «perché»”
Mirandole incantati non ci resta che chiederci il perché. Un perché vissuto nella ricerca emotiva dell’autore da trasporre nel nostro vissuto personale, frugando alla ricerca di un particolare impresso nella mente a imperitura memoria di un’ emozione
Della raccolta  racconta Giorgio Marconi “Un giorno, all’atelier di Man fu per caso che rovistando con lui in un cassettone per cercare dei disegni e dei documenti, Man si fermò e mi disse: 'Voilà les photos du livre sur Juliet!'. Così scoprii quelle magnifiche fotografie. Gli proposi di acquistarle. Mi rispose che me le avrebbe vendute quando avessi trovato un editore per farne un libro.Ho conosciuto Man Ray nel 1968 a Parigi. Enrico Baj mi portò nel suo studio di rue Férou a St-Germain. Un pomeriggio intero. Uscii con disegni e quadri. E da quel giorno iniziò un sodalizio che sarebbe durato fino alla sua morte nel novembre 1976".Ma questa raccolta è solo una piccola parte l’opera di Man Ray, che personalmente adoro in particolare nella sua quasi maniacale ricerca della perfezione delle forme, perciò sicuramente ritornerò sulla sua produzione in futuro.