Sogno e realtà

Pensieri accartocciati, gettati e ritrovati


Torno sempre volentieri in questo luogo non luogo in cui lascio pezzi di vita.Archivio passioni, sogni, emozioni. Sentimenti contrastanti come il mio animo. E raccoglie tutto. Come i cassetti stipati in cui premi per metterci accanto alle maglie quei calzini a prima vista dissonanti. E devo ammettere che mi è mancato in questo tempo in cui scarseggiava il tempo finanche per pensare, mentre gli eventi del paese e del quotidiano giravano come fili nelle abili mani di una ricamatrice e dei quali perdevo giorno per giorno la percezione.E’ stato questo mese di duro lavoro a farmi comprendere la velocità incessante dello scorrere del tempo. Esiste il futuro è vero, ma in men che non si dica ce lo si ritrova passato. Tra me pensavo che forse è per questo che ognuno cerca il modo per fermarlo, che sia lo scrivere due righe in un diario virtuale, o fissarlo per sempre in una fotografia. Un modo come un altro per tenere a galla e non solo con il ricordo, momenti importanti, felici, e perché no, anche tristi e drammatici della vita. Momenti di vita vissuta con estrema intensità che si osa fermarli non solo con la memoria, che ahimè, nostro malgrado, tracolla pure lei col tempo, per non provarsi mai del piacere riviverli nel presente.Ripenso, ora, ad un’istantanea in riva al lago di Monticchio. Una gita negatami, ma a cui non avrei rinunciato per nulla al mondo, e dopo averla vissuta ne capii la vera ragione. Era il passo per lasciare l’adolescenza. Lasciare il tempo in cui camminavo a capo chino, in punta di piedi per paura di essere notata, colpita e affondata da chi predica, condanna e assolve, ma di fatto dice che a sbagliare sei solo tu. Ed io mi sentivo diversa al puntio da fuggire lo spettro di quella pseudo diversità nella fantasia, in un mondo creato ad hoc; non più quello offertomi dal destino, un mio universo dove essere sceneggiatrice ed attrice protagonista. Ed in quella gita i due mondi si fusero. Le mie paure, le mie fatiche, i miei rimorsi furono il collante.Ero stata disobbediente, ma ero anche stata capace di superare la prova. E’ stato allora che ho cominciato a sentirmi grande e padrona di me.E poi ci sono i versi del periodo in cui la mente sprigionava fumo e nebbia quando  il cuore non poteva sopportare un peso troppo incombente...Comprendo solo ora il mio amore per la fotografia, da quella d’autore fino agli autoscatti quotidiani, le foto sono per me il passaggio dai periodi bui a quelli sereni.Rivedo nella mente le foto, ormai sbiadite,  in riva al mare. La prima estate che ho rivisto il mare dopo il periodo di fumo e nebbia, in quelle foto sono i miei stessi occhi a dire “ Hai bisogno di ascoltarti e non mentirti. La vita non è un libro già scritto, nessuna pagina può contenerla. A nessuno è dato saperne il finale. Nessuno può condurre i tuoi passi. Nessuno saprà raccontare di te come sai fare tu. Nessuno ti toglierà mai il gusto di contare le ore. Questa è l’aria d’attesa. Poi arriverà il temporale e spazzerà il cielo terso” E fu allora che ripresi coscienza della mia vitaEd è stato così quando ho voluto cambiare strada per intraprendere  un viaggio nuovo, come in un paese straniero,  per  osservare ciò che ho intorno e ballare, senza paura di risultare scema, perché tanto nessuno mi conoscerebbe e direbbero solo “Guarda quella, chissà chi è, però sembra felice”