Sogno e realtà

Disgustosi


Ad ogni ascolto delle interviste di radio Black out delle interviste ai prigionieri dei CIE inorridisco, ogni storia è una pugnalata dritta al cuore.Ai tempi della scuola si inorridiva degli autobus di Atlanta, ci si commuoveva di fronte alle parole di Martin Luther King che la maestra sapientemente ci regalava a piccole dosi, così da assaporarle nell’essenza. E a tutti si stampava un sorriso pensando empaticamente “I have a dream”.Sogni di ragazzi che avevano ancora l’ingenuità di credere in un mondo fatto a misura d’uomo, dove le persone fossero più importanti di tutto. E vorrei avere ancora quella capacità di crederci, di pensare che il vile denaro non abbia influenza sui comportamenti umani, di sperimentare  che tornaconto personale non significhi calpestare i diritti naturali altrui, di vedere che l’animo umano sia ancora capace di quella pietas naturale che l’arrivismo ci ruba sempre più.Ho ascoltato poco fa l’intervista ad una donna senegalese fuggita da un marito violento, ospite nel nostro paese da 12 anni, spesi a fare la badante, quel ruolo che perfino Maroni ha considerato necessario, perché non sia mai che la sua signora o mamma o sorella debba cambiare un pannolone, no questo è un lavoro per extracomunitari tanto da valere un regolamentazione a parte.Ma a questa donna non è bastato, no 12 anni di servizio sono un niente per gli uomini di questo stato razzista e la sua storia dice pure che le le “sanatorie” da un lato e la macchina giudiziaria dall’altro non c’entrano nulla con i diritti o la giustizia, ma sono solo dei serbatoi di nomi, cognomi e indirizzi per imbellettersi e nascondere la verità alla gente e alla comunità internazionale che però si avvede di quanto accade davvero.Dodici anni di servizio annientati di fronte a una vecchissima denuncia di contraffazione, e che è costato il rifiuto della richiesta di permesso di soggiorno, così le forze dell’ordine l’hanno arrestata direttamente sul lavoro e condotta nel CIE di Bologna (quello stesso CIE da dove hanno rimandato in Nigeria Faith Ayworo dove pende per lei un processo con possibile condanna a morte)  in attesa di rimandarla da quel marito che continuerà a massacrarla di botte, se non ucciderla.Da sottolineare poi che la bancarella non era neppure sua, aveva solo guardato la merce durante il tempo in cui la sua amica si era assentata per bisogni fisiologici all’acquario di Genova.Si può ascoltare dal sito Macerie dove potrete ascoltare anche la storia del “terrorista internazionale” estradato dall’Inghilterra prosciolto dell’accusa, ma arrestato per essere clandestino ed ora recluso a Gradisca... Ripeto estradato in Italia. Accompagnato in manette dall’interpol.La sicurezza è solo una scusa, la verità è che si vuole solo punire il diverso, la triste realtà è che siamo un paese razzista della peggior specie e troppi preferiscono nascondere la testa sotto la sabbia.