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IO vedo IO sento IO parlo


IL CORAGGIO DI UNA DONNAParlare di femminicidio, di violenza sulle donne, non si può ne si deve limitare al resoconto di morti annunciate condite da gelosie, tradimenti o sesso..parlarne obbliga a citare anche il CORAGGIO che spesso differenzia la donna dall'uomo.La donna che nel suo proteggere i figli e la famiglia spesso dimentica di proteggere se stessa.Un grande inchino alle donne del sud, donne della mafia, della 'ndrangheta, della camorra...donne in lacrime che vedono morire figli, mariti, padri, donne che spesso vediamo con i capelli raccolti e il viso provato accanto ai mariti chiuse in un tacido accordo, donne che chiudono la porta delle loro case al mondo, al ritorno dal funerale di un caro.Mi chiedo spesso quanto grande possa essere il cuore di una madre, costretta a guardare la tragedia che ogni santo giorno si consuma lungo la strada di un paesello caratteristico e piacevole all'occhio, ma intriso di sangue e disperazione...vedere uscire di casa il proprio figlio..fingere un saluto distratto..aspettare il tonfo della porta chiudersi, sedersi e mettersi le mani fra i capelli...pregare che quel figlio torni.E si parla di dolore, di ferite, occhi neri, si parla di mariti gelosi, tradimenti venuti alla luce, incapacità di rassegnarsi ma anche di CORAGGIO....CORAGGIO di donne speciali, donne che mostrano al mondo quanto un cuore e quanto l'amore  possano essere forti e pericolosi per chi li sfida.. un esempio per tutti è Lea Garofalo, una donna tra tante che fece la differenza.Figlia della 'ndrangheta, stanca e contraria alla famiglia, donna incinta che decide di fuggire e di trasferirsi a Milano con il marito per dare un senso nuovo a quella vita, per far si che gli occhi di sua figlia non fossero cotretti a vedere ciò che ai suoi non era stato risparmiato.Sperava, sognava un futuro diverso ma commise il suo primo errore..in quel viaggio portò con se quell'odio da cui fuggiva, il marito Carlo Cosco.Si ritrovò la 'ndrangheta in casa nonostante il trasferimento...madre di una bambina decise di combattere il tutto collaborando con la giustizia contro la propria famiglia e la famiglia del Cosco, denuncia omicidi e illegalità soprattutto della famiglia del marito.Inserita nel programma di protezione con la figlia viene isolata...lo stato l'abbandona in più di un occasione...sola, spaventata e delusa  rinuncia al programma di protezione...inizia un minimo di rapporto con l'ex marito che usa la figlia per avvicinarsi a lei, subisce un primo attentato al quale sfugge, attentato commissionato da Carlo Cosco.A soli 35 anni cede ancora difronte alla richiesta del Cosco di passare del tempo con la figlia, solo una madre può comprenderne il perchè...quel tempo, per lei, significherà la morte.Il Cosco con dei complici la rapì, la torturò e l'uccise occultandone il corpo.Denise, la figlia, si schiera dalla parte della madre e  testimonia contro lo stesso padre, garantendolo alla giustizia.