INFINITE PAROLE

IO, E IL VIAGGIO DENTRO ME


Cosa potrei iniziare a tirare fuori??? Eh sì, dovrei parlarVi un pò di me. Il mio nome l'ho mai detto??? boh! comunque è Sonia. Pensare che da piccola non mi piaceva (per non parlare poi del mio cognome), ma non lo dicevo, stavo zitta e qualche volta ne soffrivo in silenzio. Non so, mi faceva sentire diversa. Non che oggi mi faccia impazzire, ma mi chiamo così e lo accetto. Oggi ho 29 anni e mi sembra così strano ricordare momenti e sensazioni vissute nell'età infantile, che erano motivo di sofferenza per me. Già! forse li ricordo bene per questo, ma quello che mi fa strano è come possa una bambina porsi certi problemi sin dall'età in cui andava all'asilo, quando avrebbe dovuto essere più che spensierata e pensare solo a giocare. Invece era già così autocritica dopo pochi anni che la sua vita è cominciata. Non era solo una questione di nome. Era un sentirsi diversa per tutto, avere paura di non essere come i suoi compagnucci. Direte, forse questa paura è normale in tutti i bambini che comunque impararno cose nuove e crescono, forse è anche timidezza. Potrebbe anche essere così, è vero, ma nel mio caso oggi posso dire che non era così. Erano già i sintomi di quel grande senso di inadeguatezza che si è poi impadronito di me negli anni a venire e che ancora oggi non mi lascia vivere in pace la mia giovinezza. Ero piccina, 4/5 anni e già mi sentivo più cicciottella degli altri, ma solo perchè io mi reputavo tale, in realtà ero una bambina normalissima. Non sono mai stata presa in giro per alcun motivo, eppure avevo già il mio modello corporeo ideale, volevo essere una bimba dalle gambette a stecchette. Poi è venuto il momento in cui ho dovuto mettere gli occhiali, altro motivo per il quale ho degradato me stessa di uno scalino in più. Insomma, ricordo bene quando alle elementari mi scambiavo i maglioni larghi con una mi compagnetta che si riteneva anche Lei cicciottina (ma anche Lei normalissima); ricordo il suo maglione giallo tenue con lo snoopy disegnato sul petto, che io adoravo perchè ampio e lungo mi copriva sedere e cosce. Io e Lei ci guardavamo e poi ci dicevamo che le bimbe cicciottelle da piccole sarebbero state magre da grandi. Che Stronzate!! Ma Vi giuro che ricordo benissimo questi momenti  e queste frasi, andavamo a cercare gli esempi delle ragazzine che avevano qualche hanno più di noi e che magari sviluppando si erano affusolate. Piano piano questi pensieri sono tramutati in rassegnazione. Sì, sono cresciuta con la rassegnazione di dover accettare il fatto che io non sarei mai stata una bella ragazza. Voi penserete che questo è il caso di quella che è sempre la più brutta della classe??? E invece no, non ero la più bella, ma non ero la più brutta. Forse proprio perchè rassegnata, mi "sembrava" come fossi riuscita ad accettarmi e non pensassi più di tanto al lato estetico.  Ho fatto il mio percorso di crescita concentrandomi sempre e solo sullo studio. Sì ero una secchiona, queste erano le mie capacità che venivano sempre alla luce in ogni anno scolastico, elementari, medie, superiori, sempre la prima della classe, pure con qualche borsa di studio. Ed io quando quel senso di inferiorità estetica mi rapiva, mi rifacevo sulle mie qualità intellettive. Questo fino al culmine dell'adolescenza. Alle superiori le mie compagne già col trucco, già tutte precise, già il più possibile con le griffe addosso, già fighe insomma, già coi ragazzetti intorno. Io senza un'ombra di maquillage, coi miei occhiali, mi adeguavo ai trend della moda ma non potevo permettermi le griffe. Questo comunque non era un problema, non mi pesava granchè. Ai ragazzetti chi ci pensava! Mi dicevo "Figurati se possono guardare te!!" Avevo dei compagni di classe con cui vivevo momenti emozionanti, sguardi, battute, giochi, ma mi ripetevo sempre che quell'emozione l'avevo provata sicuramente solo io, che mi stavo sbagliando. Questo per far capire che ACCANIMENTO ho sempre avuto verso me stessa. Solo quando ero sola a casa, in bagno, o in camera, davanti allo specchio mi guardavo e pensavo che in fondo se uno sapeva guardarmi bene non ero così male, mi vedevo un pò come un angelo, per la sempicità del mio viso, vedevo i miei occhi puri, la mia carnagione chiarissima. Poi provavo a togliermi gli occhiali e mi piacevo ancora di più. Mi domandavo semmai qualcuno avrebbe saputo cogliere questo di me. Senza accorgermi che c'era già chi questo l'aveva captato. Il Mio primo Amore, un Amore mai vissuto per il mio accanimento con me stessa, perchè mi dicevo impossibile potessi interessare a qualcuno, soprattutto a Lui che era così bello e intelligente. Insomma un Amore ricambiato ma che non è stato fatto mai sbocciare, è rimasto un bocciolo chiuso. Ma su questo ci tornerò. Intorno ai 17 anni ho cominciato anch'io a sentire l'esigenza di piacere, ma soprattutto piacermi di più. Ho messo le lenti a contatto, ho cominciato ad andare in palestra. E' stato subito un vortice quello che mi ha travolto, Iniziavo a riscuotere successi con i ragazzi, non ero più solo la secchiona che se ne frega dei flirt, ero la ragazza intelligente ed anche molto carina. Vivo la prima storiella con un ragazzino. Inizia a crescere un pò la mia autostima. Decido che era ora di concentrarmi su me stessa, decido che era ora di curare la mia immagine, di dimostrare a tutti che anch'io ero una bella ragazza. Voglio perfezionarmi. Inizio la prima dieta della mia vita, scritta su un pezzo di carta passatomi da una mia amica. La porto avanti con successo. Inizio a dimagrire. Ma voglio dimagrire di più. Tornano a galla quei desideri maturati fin dall'infanzia, andati in letargo per rassegnazione durante la pubertà. Sembrava come se non fossero più cose impossibili, anch'io potevo dimagrire, migliorare il mio aspetto. Ma non inizia una favola, bensì il mio Calvario.