Il
5 luglio 1984 Maradona venne presentato ufficialmente allo
Stadio San Paolo e fu accolto da ben settantamila persone, che pagarono la quota simbolica di mille lire per vederlo. Bastarono un palleggio ed un tiro verso la porta sotto la curva B e l'entusiasmo si trasformò già in tripudio.Nella
prima stagione, però, le aspettative furono in grande parte disattese. Mal supportato da una squadra di mediocre valore Maradona dimostrò quasi esclusivamente le proprie doti di funambolo, ma il suo contributo non poté essere utile per raggiungere grandi traguardi. Il Napoli disputò un brutto girone di andata e solo nel finale riuscì a raggiungere una tranquilla posizione di centro classifica.Era chiaro che da solo Maradona non avrebbe portato il Napoli a grandi risultati e la società dovette subito correre ai ripari. L'anno successivo arrivarono in azzurro grandi rinforzi del calibro di
Bruno Giordano,
Claudio Garella,
Alessandro Renica e rinforzi dalle giovanili del Napoli, tra i quali
Ciro Ferrara che debuttò in prima squadra proprio nel
1985-86. Quella stagione finì col Napoli al terzo posto, ma era solo un anticipo del vero trionfo.
In maglia azzurra Maradona raggiunse l'apice della celebrità, portando il Napoli ai vertici del calcio italiano ed europeo. Grazie ad un'ottima squadra e alla sua guida, il Napoli vinse il suo primo scudetto nel campionato
1986/87 (allenatore
Ottavio Bianchi), stagione memorabile anche perché dopo ben trentadue anni il Napoli riuscì a battere di nuovo la
Juventus al
"Comunale" di Torino.Il
10 maggio 1987 il Napoli pareggiò per 1 a 1 la partita casalinga con la Fiorentina conquistando matematicamente il suo primo scudetto. La città intera si abbandonò all'euforia ed alla festa. Maradona fu protagonista assoluto dell'impresa e coronò il sogno di vincere un titolo fino ad allora solo immaginato da tifosi e addetti ai lavori.Il Napoli vinse anche la sua terza
Coppa Italia, vincendo tutte le 13 gare, comprese le due finali disputate contro l'
Atalanta. L'accoppiata scudetto/coppa fu un'impresa che fino a quel momento era riuscita solo al
Grande Torino ed alla
Juventus. Bruno Giordano fu il capocannoniere della manifestazione con 10 reti.Nella stagione
1987/88 il Napoli partecipò per la prima volta alla Coppa dei Campioni, ma uno sfortunato sorteggio mise contro gli azzurri il
Real Madrid: i partenopei uscirono battuti dal Bernabeu per 2-0 (con lo stadio surrealmente vuoto per via di un provvedimento disciplinare), e pareggiarono per 1-1 la gara di ritorno abbandonando subito le ambizioni europee.In campionato il Napoli dominò fino alla ventesima giornata mantenendo cinque punti di vantaggio sulla seconda, ma inaspettatamente gli azzurri crollarono facendosi superare dal
Milan di
Sacchi, perdendo quattro delle ultime cinque partite. Maradona, nonostante lo Scudetto perso, si consolò col titolo di
capocannoniere del torneo con 15 reti all'attivo.Nel
1989 il Napoli concluse il campionato ancora al secondo posto, dietro l'
Inter dei record, ma vinse la
Coppa UEFA (primo titolo internazionale) dopo aver battuto nella doppia finale lo
Stoccarda (2-1 all'andata e 3-3 al ritorno) e dopo aver superato avversari blasonati come la
Juventus e il
Bayern Monaco (che sei mesi prima aveva clamorosamente eliminato l'
Inter) ed anche in quel torneo l'apporto di Maradona fu determinante, soprattutto nelle gare più importanti con assist, goal e invenzioni spesso decisivi.Nella stagione
1989/90 a Bianchi subentrò
Albertino Bigon. Maradona non giocò le prime partite della stagione e venne sostituito da
Gianfranco Zola, ma rientrò ben presto in squadra ritrovando l'amore dei tifosi. Il campionato fu riconquistato dal Napoli con Maradona pronto a presentarsi ai Mondiali fregiandosi del titolo di campione d'Italia.Nella stagione 1990-91, la rosa del Napoli era di poco diversa da quella laureatasi campione d'Italia. La stagione cominciò con la vittoria nella
Supercoppa Italiana del
1990 ottenuta battendo la Juventus allenata da
Maifredi per 5-1. Il campionato, invece, cominciò male: nelle prime tre partite la squadra ottiene solo un punto.In Coppa dei Campioni, dopo un inizio favorevole con una convincente doppia vittoria sugli ungheresi dello
Újpesti Dózsa, al secondo turno il Napoli incontrò lo
Spartak Mosca; l'andata al San Paolo finì 0-0, ma alla partita di ritorno in Russia Maradona non partì con la squadra, noleggiò un aereo privato ed arrivò a Mosca solo la sera successiva, il caso fu ampiamente affrontato dalla stampa italiana, che tra l'altro riportò alcune dichiarazioni di
Luciano Moggi (allora dirigente del Napoli) e Albertino Bigon
[25]. Maradona entrò in campo solo nel secondo tempo, l'incontro finì 0-0 anche dopo i supplementari e i russi vinsero la partita ai rigori (nonostante Maradona avesse siglato il suo).Iniziò il lento declino dell'esperienza italiana di Maradona che finì il
17 marzo 1991 dopo un controllo
antidoping effettuato al termine della partita di campionato Napoli-Bari che diede il responso di positività alla
cocaina. Il Napoli chiuse la stagione all'ottavo posto.Nel
2000 il Napoli, in onore ed in memoria della straordinaria e irripetibile carriera al Napoli decise che mai più nessun calciatore avrebbe indossato una maglia col numero dieci appartenuto a Maradona. Nel
2004, a causa del fallimento e della successiva iscrizione al campionato di
Serie C1 e per il regolamento della numerazione delle maglie di quest'ultima, il
Napoli fu costretto a ristampare la maglia con quel numero, fino al nuovo ritiro nel
2006, grazie alla promozione in
Serie B.
Napoli,
via Spaccanapoli,
Piazzetta Nilo: L'ultima
edicola votiva realizzata a Napoli: il quadretto centrale contiene la reliquia di un piccolo ciuffo di capelli ("Capello miracoloso di Diego Armando Maradona"), sicuramente un divertimento per i napoletani e tutti i turisti stranieri che qui vengono per ammirare la
statua del Nilo. Ma forse nell'animo napoletano oltre al divertimento c'è anche una ammirazione e devozione sentita ma non confessata per questa reliquia: un "autentico" capello di Maradona!Il
9 giugno 2005, in occasione dell'addio al calcio di
Ciro Ferrara a
Napoli, Maradona, dopo quattordici anni di assenza, fece ritorno nella città partenopea, dove il pubblico del
San Paolo, anche a distanza di anni, gli riservò un'accoglienza di eccezionale calore ed entusiasmo.
ANNO 1989: Celebre riscaldamento prima della semifinale UEFA contro il Bayern Monaco. Maradona balla al ritmo della canzone "Live is life".. quando giocare a calcio era un divertimento e basta!