Carlino

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Bologna,15 giugno 2007 - Cuccioli di cane acquistati nell'Europa dell'Est per poche decine di euro e poi rivenduti in Italia con falsi documenti per presentarli come animali nati, cresciuti e selezionati nel nostro Paese. Dopo cinque anni di indagini, la Guardia di finanza di Bologna ha scoperto una rete di 1.578 tra allevatori e commercianti coinvolti, di cui 22 già denunciati per associazione a delinquere finalizzata all'importazione illecita di cuccioli, falso, frode, maltrattamento ed esercizio abusivo della professione di veterinario . A dare il via all'attività di indagine delle Fiamme gialle sono stati gli esposti presentati da privati cittadini, che avevano visto i cuccioli acquistati pochi giorni prima ammalarsi e morire. I militari hanno così scoperto l'esistenza di un'organizzazione criminale che importava illecitamente in Italia migliaia di cuccioli di cane di razze pregiate e facilmente commercializzabili da Russia e Romania. Gli animali venivano raccolti in appositi centri situati in Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, quindi entravano nel nostro Paese dai valichi di frontiera con l'Austria e la Slovenia e in seguito venivano smistati in centinaia di allevamenti e negozi del nord Italia. Grazie alla compiacente collaborazione di medici veterinari, tra cui alcuni dipendenti delle Ausl, i cuccioli venivano 'bonificati', cioé fatti passare come nati e cresciuti in strutture italiane. I cani venivano così provvisti di microchip e certificato di vaccinazione antirabbica contraffatti. L'operazione consentiva di far lievitare il prezzo dei cuccioli, che venivano acquistati all'estero per 65 euro e poi rivenduti sul mercato nazionale a circa mille. Con questo sistema, spiegano gli uomini della Guardia di Finanza, tra 2002 e 2007, sarebbero stati trafficati oltre 70mila cuccioli, per un volume d'affari di oltre 70 milioni di euro. Su un campione di 100 allevatori finora presi in esame, 65 si sono rivelati evasori totali e risultano aver venduto con questo metodo 3.787 cuccioli di labrador, dalmata e husky. I cuccioli sequestrati sono stati affidati a persone che ne avevano fatto richiesta anche grazie alla collaborazione dell'Enpa (Ente nazionale protezione animali) e di altre organizzazioni di volontariato. Gli allevamenti posti sotto sequestro anche perché privi dei requisiti igienico-sanitari previsti per legge, saranno smantellati. L'indagine della Finanza proseguirà con i controlli degli altri soggetti coinvolti.