SOGNANDO DI CADERE..

_______ SETTIMO CAPITOLO _______ [ TERZA PARTE ]


         LA “NUVOLA ROSA”       Fix nel frattempo, ignaro di tutto, sentendo un languorino farsi largo nel suo stomaco, decise di fermarsi a mangiare qualcosa. Sceso dal temporale si diresse al suo locale preferito: “Alla Nuvola Rosa”. Un locale perfetto per trovare ristoro. Caldo, accogliente, simpatico e gioioso. Praticamente perfetto.Una pizzeria. Una pizzeria perfetta!Entrato come al solito dalla finestra, perché la porta non c’era, salutò la cameriera sua amica, lasciandogli una goccia di miele, alla padrona due folate di profumo di prato, che aveva conservato in tasca, dopo l’ultimo lavoro, e due pensieri felici al pizzaiolo. Ordinò la solita pizza: “la Pizza Rosa”. La pizza della casa. Era fatta a forma di pensiero felice (in onore anche di Fix), con i colori del locale: rosa, rosa chiaro, rosa scuro, rosa lucente, rosa deciso; rosa insomma! Fatta con la pasta dorata (acqua, farina e bontà), prosciutto di soffio d’angelo, olio del cielo, baci di mamma, carezze, coccole, abbracci, scherzi di amici e sorrisi di bimbi in quantità. Era famosissima in tutto il mondo magico, quella pizza!Il locale, la pizzeria, era anch’esso famosissimo, ed era molto morbido. Morbidi i muri, morbido il pavimento, morbide le sedie, i tavoli, i piatti. Venivano da tutto il Bosco Magico a mangiare li. Orsi Giocolieri che lavoravano al circo del Bosco, Folletti, i Lombrichi Magazzinieri, l’Orco Sporco, il Ciabattino Formichino con tutta la sua famiglia (gli riservavano sempre più di novecentotrentadue posti a sedere quando arrivava lui!), anche il Mago una volta s’era fermato li. Solo il Lupo non si era mai visto, ma tutti sapevano perché. Quando arrivava l’Orco Sporco tutta la pizzeria si organizzava per fargli perdere più tempo possibile, tanto lui lo mangiava, il Tempo, e più mangiava più era contento. Fix stava quasi per sentirsi male da quanta fame aveva. Aveva bisogno di una pizza: della Pizza Rosa.Quando gli si presentò davanti, sul piatto, fumante, calda, crepitante ancora dalla cottura gli pareva un sogno. Stava per assaporare una gioia unica. Ad ogni boccone sentiva scendere in lui, ad uno ad uno, tutti gli ingredienti della pizza. Aveva la sensazione di ricaricarsi, di ritornare a vivere quasi. Quanto amava quella pizza! Il giorno che la prima volta l’aveva assaggiata, era un giorno molto lontano nel tempo; ma se lo ricordava, eccome se se lo ricordava. Era stato un giorno molto importante quel giorno. Aveva capito quanto fosse bello trovare quegli ingredienti, e aveva deciso che non ne avrebbe fatto più a meno; mai più! Anzi, avrebbe sempre e comunque fatto di tutto per averli, ma anche cercarli in tutti i posti, in tutte le forme, in tutto quanto e in tutti quanti avrebbe incontrato sul suo cammino.Finito di gustarsi la pizza, Stogaio Senonmirodo, detto Fix, sentì di avere qualcosa di urgente da fare. Non sapeva cosa, ma doveva farla. Allora istintivamente si alzò e uscì. Si diresse a spron battuto, verso Umidone. Viaggiò come più veloce non si può e, arrivato in vicinanza di Umidone, tanto da poterlo vedere e sentire brontolare di tuoni e lampi, chiamò forte:<<Umidone!, Umidone!>><<Che c’è?>> rispose Umidone.<<Come sei messo col vapore?>><<Praticamente sono pronto, perché?>><<Dobbiamo andare, subito, sento che qualcosa è successo e hanno bisogno di noi>><<Se è così salta dentro che partiamo. Se tu senti che dobbiamo andare, andiamo. Guidami con i tuoi sensi, che andiamo finalmente a lavorare!>>Partirono. Umidone brontolava, a segnalare il suo arrivo. Stogaio sentiva crescere in lui un’inquietudine che non capiva. Sentiva quello che i suoi sensi gli dicevano… ed era inquieto…