GIOVANI BLOGGATI

La striscia della discordia


 Confine con Israele: 59 km. Confine con l’ Egitto: 13 km.
fonte: wikipedia  Quella che state guardando in foto è esattamente una “striscia”. Stiamo parlando di Gaza, un territorio autonomo e autogovernato dal 2005; 360 km² di superficie popolata da circa 1.645.500 abitanti di etnia araba, reclamata dall'Autorità Palestinese come parte dei Territori palestinesi. Per comprendere bene cosa sta accadendo dobbiamo fare un passo indietro e arrivare agli inizi del Novecento, quando è iniziato il conflitto arabo- israeliano, per ragioni storico- politiche, etniche e religiose. Nato come uno scontro politico su ambizioni territoriali, nel corso del tempo si è tramutato in un più circoscritto conflitto regionale israelo-palestinese, tutto incentrato sul riconoscimento o meno dell’indipendenza dello Stato palestinese. Ed è qui che si inserisce la lotta per la “striscia di Gaza”, con il lancio dei primi razzi, nell’aprile del 2001 verso Israele. Oggi 2014 si continua la conte delle vittime, inseguito all’ennesimo conflitto, che ha visto 194 morti e più di 1400 feriti in soli sette giorni.  Il mondo continua ad assistere a tutto questo senza fare assolutamente nulla, dopo che la proposta egiziana di cessare il fuoco è durata solo sei ore. << "Se il contenuto di questa proposta di tregua è quello che sembra, si tratta di una resa e noi la rifiutiamo senza appello. La nostra battaglia contro il nemico si intensificherà", si legge nel comunicato diffuso dalle Brigate Ezzedin al-Qassam.>>  La crudeltà delle immagini che si trovano sul web non può nemmeno minimamente avvicinarsi a quello che sta accadendo. Ci sentiamo lontani dal conflitto, riteniamo che sia distante da noi , ma nel 2014 possiamo permettere che vittime innocenti paghino per qualcosa che ormai va avanti da troppi anni?
fonte: foto trovata sul web   "Ogni morte d’uomo mi riduce, perché io faccio parte dell’umanità. E, dunque, non chiedere mai per chi suona la campana. Essa suona per te." Ernest Hemingway  Forse quando ci renderemo conto della veridicità di queste parole, lette distrattamente sui banchi di scuola, capiremo che alla fine di questa guerra avremo perso tutti. Non dobbiamo lasciare che questa sia solo una sterile notizia da mettere in prima pagina, che finirà sul fondo di un giornale in pochi giorni, quando ci sarà qualcosa che farà più gola ai media. Oggi abbiamo la possibilità di dire la nostra, i social, il web, spesso sembrano nemici pericolosi, ma in queste situazioni possono essere validi alleati. Il mondo deve tirar fuori la testa dalla sabbia e lottare perché questo conflitto abbia fine: “Stop Bombing Gaza!” La verità è che anche se non siamo noi a sganciare quelle bombe, fin quando staremo fermi, saremo tutti complici di quelle morti!!!!!