SSCNAPOLI

Lavezzi, il piccolo grande bomber che ha subito più falli in serie A


Otto gol, otto assist, diciassette tatuaggi. L’ultimo dei quali dedicato al Napoli. No, non lo stemma della squadra come pure aveva in mente, ma un’indiana. Una donna indiana. Una squaw con un cappello di penne colorate, i seni nudi e un mantello azzurro. E quel mantello l’ha voluto lui, Ezequiel Lavezzi, di colore azzurro. Il suo omaggio al Napoli ancora fresco d’inchiostro sul polpaccio destro. «Pocho idolo napolitano», scrivono a Buenos Aires. Ma la replica è che è stata Napoli a stregare lui. «Certo che mi manca l’Argentina, ma questa città mi affascina e col suo affetto mi appassiona. Al punto che diventa difficile persino avere nostalgia del mio Paese», racconta il ragazzo arrivato dalla riva destra del fiume Paranà. Forse non è la verità. Forse, nonostante ogni mattima spalanchi le finestre su quel paradiso che si chiama Marechiaro, la nostalgia è veramente forte, eppure il Pocho ha mille motivi di consolazione. Otto mesi, infatti, gli sono bastati per conquistare la città, incantata dalle sue invenzioni, dai suoi lampi e pronta a perdonargli piccoli peccati, così come di grandi ne aveva perdonati in passato a un altro figlio d’Argentina. Del quale lui è l’ideale erede. Soprattutto ora che ha cominciato a rubacchiare gol di mano. Lui che destino ha voluto diventasse azzurro il 5 luglio del 2007, così come proprio il 5 luglio di 23 anni prima, era il 1984, mise piede al San Paolo per la prima volta Diego Maradona. Il Pocho, dunque. La nuova icona del pallone azzurro. L’immagine scugnizza e vincente della squadra. Il simbolo d’una stagione eccellente e persino divertente. E infatti, il Napoli ricomincerà da lui e dagli altri gioielli ai quali ha già allungato i contratti sino al 2013. Il presente e il futuro, Lavezzi, 23 anni tra tre settimane, che ieri se n’è stato al sole della Costiera assieme a Navarro ed a Gargano. Di lunedì si può e il miniclan dei sudamericani s’è goduta la giornata in riva la mare. Vietato parlare di pallone, ieri. Al Napoli, al Parma prossimo avversario, all’Olimpica che l’aspetta a fine maggio in Spagna ricomincerà a pensare stamattina. Così come a quella doppia cifra che lui sogna. Otto gol sino ad oggi. Come Zalayeta e come Hamsik e a un passo dal suo record che nella «primera divisione» è fermo a nove. Ma Lavezzi vuole migliorarsi: dieci gol, almeno dieci gol e il titolo di bomber della squadra: è questo quel che vuole, difensori avversari permettendo. Già, perché Lavezzi ha pure un altro record: è il calciatore che ha subito più falli in serie A. Centoundici, contro i 105 di Del Piero, i 104 di Amauri, gli 83 di Kakà e i 74 di Borriello. Insomma, non segna ancora come loro, il Pocho, però più di loro prende calci. E questo vuol dire che forse oggi è proprio lui l’attaccante più temuto di questo campionato.Fonte:Il mattino