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Santa Maria la Carità - Gli investigatori: sono balordi locali


SANTA MARIA LA CARITÀ. Gli assassini erano in due, sarebbero fuggiti in moto e abitano non lontano dal luogo della tentata rapina sfociata nell’omicidio di Carlo Cannavacciuolo. Ne sono convinti i carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata e della compagnia di Castellammare di Stabia, impegnati ininterrottamente nelle indagini dall’altra notte con interrogatori, perquisizioni e controlli. Il clima tra gli uomini dell’Arma è di cauto ottimismo e si spera che dalla visione delle immagini delle telecamere arrivi qualche elemento utile a identificarli: tranne tre o quattro non funzionanti, le altre hanno ripreso normalmente autovetture e “dueruote” in transito. Resta però da verificare se i malviventi si siano tolti i passamontagna utilizzati al momento dell’assalto alla coppia appartata in via Ponticelli, alla periferia di Santa Maria La Carità. La fidanzata di Carlo, neolaureata in psicologia, continua a essere sotto shock e non ha aggiunto molto altro al racconto fornito agli investigatori. Poche frasi, interrotte da pianti a dirotto, tra le quali una emblematica sulla personalità di Cannavacciuolo: «Diceva sempre che nel caso di una rapina, avrebbe messo in moto la macchina per fuggire ed evitare che potessero farmi del male». In quel tragico venerdì notte (15 minuti dopo l’inizio del sabato) i due avevano addosso complessivamente 100 euro: 50 a testa. Un bottino davvero magro, che rende ancora più assurda la tragica vicenda. Circostanza che fa ritenere agli uomini dell’Arma, coordinati dalla procura di Torre Annunziata diretta dal procuratore Diego Marmo, che almeno l’esecutore materiale del delitto fosse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Così come appare molto probabile che i banditi siano della zona stabiese o quantomeno la frequentino. Un quarto d’ora dopo la mezzanotte, Carlo Cannavacciuolo, 27enne residente in via Pioppelle, si trovava a bordo della sua auto, una Fiat Panda, con la fidanzata 26enne quando due banditi armati gli si sono avvicinati e hanno sfondato un finestrino dal lato guida, intimando alla coppia di scendere. Pochi attimi e si è consumata la tragedia: lui, forse istintivamente, ha messo in moto la vettura per fuggire e uno dei rapinatori ha fatto fuoco uccidendolo all’istante. Due colpi, uno al cuore. Luigi Sannino - Il Roma