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Fallito il protocollo d’intesa per l’occupazione


Castellammare. I sindacati accusano: è in parte fallito il protocollo d’intesa nato per garantire l’occupazione della manodopera locale e promuovere la legalità nell’ambito degli interventi edili, siglato a gennaio dello scorso anno da Comune, associazione degli imprenditori edili e sigle sindacali. Una disfatta sottolineata dai lavoratori stabiesi in mobilità, accompagnati l’altro giorno a palazzo Farnese dai rappresentanti sindacali di categoria, per chiedere un incontro con il primo cittadino Salvatore Vozza. Lotta al lavoro nero, promozione della sicurezza dei lavoratori nei cantieri edili e tutela dell’occupazione, sono i tre obiettivi fissati dal protocollo promosso dall’amministrazione stabiese per difendere l’economia locale e soprattutto per tutelare le numerose procedure, in corso o prossime all’avvio, per l’assegnazione di appalti pubblici e la realizzazione di importanti opere per lo sviluppo della città. «Su indicazione dello stesso Comune - spiega Antonio Gelo, sindacalista Filca Cisl - nel documento fu inserita anche una clausola che prevedeva l’assunzione per almeno il 25 per cento di manodopera locale, nell’ambito della realizzazione di opere pubbliche, nel caso in cui l’impresa appaltante procedesse a nuove assunzioni. Invece, in due anni sono stati aperti numerosi cantieri, ma di operai stabiesi ne sono stati assunti meno del 2 per cento». Un duro colpo, dunque, per un protocollo che aveva anche lo scopo di promuovere azioni di monitoraggio e miglioramento delle condizioni di sicurezza sui cantieri edili, supportate da una vasta operazione di promozione della manodopera locale. «A questo punto dubitiamo anche della legittimità delle posizioni dei lavoratori in questi cantieri - sottolineano i dipendenti in mobilità - ecco perché adesso chiediamo ai sindacati di intervenire affinché avvengano le dovute indagini nei cantieri in opera». ci.sa. - ilmattino