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Profili si sfoga: in sei mesi Scavi migliorati


Pompei, l’ex commissario rivendica i risultati: 40 cantieri aperti. La Uil: ma serve il piano da 270 milioniSUSY MALAFRONTE Pompei. «Profili? Il prefetto di ferro dal cuore tenero», così lo definiscono i suoi collaboratori all'indomani del decreto del ministro Bondi che lo vede collocato in altre mansioni vicine al sottosegretario Guido Bertolaso. Sarebbe dovuto rimanere in carica fino al luglio 2009. Invece, a soli sei mesi dalla nomina a commissario straordinario per l'emergenza scavi, Renato Profili è stato richiamato dal governo. Al suo posto, alla guida delle aree archeologiche di Pompei, Stabia ed Ercolano, è stato scelto Marcello Fiori, vice di Bertolaso. Un avvicendamento che ha sorpreso e meravigliato tutti gli addetti ai lavori. Con Profili, dagli uffici di Porta Marina superiore, andranno via anche i suoi più stretti collaboratori. «Ho avviato una catena di montaggio - ha commentato il prefetto alla notizia che tra qualche giorno dovrà lasciare la poltrona al suo successore - che in sei mesi è riuscita a cambiare decisamente volto all'area archeologica. Più di quaranta cantieri aperti. Tutte le domus riaperte al pubblico dopo decenni. Risanamento delle casse della soprintendenza con gli introiti dell'aumento dei visitatori, convenzioni con sponsor privati per centinaia di migliaia di euro. Più servizi e strutture di accoglienza per i turisti. Un nuovo piano commerciale che ha ridato dignità agli ingressi del sito archeologico più conosciuto al mondo. A Pompei sono stato bene. Ho trovato validi collaboratori e con loro ho costruito una squadra affiatata. Probabilmente - ha detto - alla politica non interessa chi lavora con impegno mettendoci il cuore». Il primo commissario di governo per l'emergenza scavi traccia un bilancio più che positivo dei suoi mesi di duro e impegnativo lavoro con il soprintendente Pietro Giovanni Guzzo, con il quale i rapporti non sono stati facili. Dopo un breve periodo di incomprensioni sulle competenze di entrambi, però, è arrivato il disgelo e la collaborazione tra il commissario e il soprintendente. Per Gianfranco Cerasoli, segretario della Uil, il commissario dell’area archeologica pompeiana o si chiama Profili o Fiori «è pur sempre un errore». «Avevo definito il commissariamento di Pompei un grave errore, oggi dopo la rimozione del prefetto Profili e la nomina di Marcello Fiori continuo ad essere della stessa idea», commenta Cerasoli. «La defenestrazione di Profili dimostra il fallimento dell'operazione mediatica del ministro Bondi. Tuttavia anche il nuovo commissariamento non ha risolto il problema più serio e per me drammatico, vale a dire la mancanza di risorse che di recente ha ricordato Guzzo: per salvare Pompei occorrono 270 milioni di euro. Al neo commissario chiedo: di approntare il piano di rilancio di Pompei e degli altri siti di 270 milioni di euro attraverso la ricerca di risorse nazionali e comunitarie, nonché lanciando una sottoscrizione e raccolta fondi internazionale per la salvaguardia del sito patrimonio dell'umanità; di modificare la composizione del consiglio di amministrazione della soprintendenza di Napoli e Pompei prevedendo anche la presenza di un rappresentante degli enti locali e della Provincia , quello della Regione già è previsto, affinché tutti i coinvolti, tra Stato e autonomie locali, possano immaginare e mettere in campo iniziative di rilancio e di valorizzazione». Rossi (Cgil): «Ora basta con gli sprechi il commissariato ci è costato 200mila euro»Si cambia strada, si cambia idea, e «paga sempre Pantalone»: Libero Rossi, numero uno della Cgil Beni Culturali ricorda che «l’operazione Profili ci è costata 200mila euro». Perplessità, dunque, sull’utilità degli ultimi interventi del governo sul sito di Pompei. Più ottimismo invece per quanto riguarda le nuove modalità di gestione di alcuni siti culturali campani, che il ministero affiderà alla Regione. «Va bene una gestione invece che nulla pur di aprire alla fruizione alcuni siti altrimenti abbandonat, purché però la Scabec non diventi un carrozzone - sottolinea Rossi - ma ricordo con amarezza quando abbiamo proposto la riapertura del castello di Baia con soluzioni interne: abbiamo ricevuto in risposta solo silenzio e indifferenza». il mattino