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Arpac: la mappa delle coste campane vietate per inquinamento


Provincia di Napoli regina dell’inquinamento marino. I dati diffusi dalla Regione Campania, basati sulle analisi svolte dall’Arpac, fanno emergere una situazione allarmante. In provincia di Napoli, dal capoluogo a Castellammare di Stabia, 24 chilometri di costa, su circa 30, sono interdetti alla balneazione causa inquinamento. A questi vanno aggiunti altri chilometri in cui vige il divieto di balneazione per causa diverse dall’inquinamento. Un dato allarmante che si aggiunge a quelli della provincia di Salerno e Caserta: 14 chilometri di spiaggia off limits nel salernitano, 29,6 nel casertano. Un totale di 82,5 chilometri di costa interdetta alla balneazione per inquinamento. I prelievi dell’Arpac sono stati effettuati nel mese di gennaio in diversi punti del litorale. Altre analisi sono in corso per monitorare costantemente lo stato di salute del nostro mare. Ogni anno, prima dell´inizio della stagione balneare, la Regione emana un decreto dirigenziale con l´elenco dei tratti di costa in cui è diviso il litorale campano e per ognuno individua il punto di prelievo, rappresentativo dell´intera zona. Il decreto fornisce indicazioni circa la balneabilità delle zone al 1 aprile, determinata comparando i nuovi risultati a quelli effettuati nel corso della stagione precedente Le zone definite non idonee ad inizio stagione, ex art.7 del D.P.R. 470/82, a differenza di quelle chiuse ex art.6, possono essere riaperte in seguito all´esito favorevole delle analisi nel corso di sei mesi di controllo e, nei casi indicati della messa in opera di misure di miglioramento. Divieto di balneazione senza appello per la “Spiaggia degli inglesi” e la “Spiaggia San Pietro” di Ischia, litorale nel pressi del fiume Irno (Salerno), spiaggia interna al porto di Salerno, spiaggia interna al porto di Cetara. Per il resto del litorale potrebbe esserci un barlume di speranza, tutto dipenderà dai risultati delle analisi che, entro inizio stagione, saranno diffusi nuovamente dell’Arpac, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente Campania.Promessa a pieni voti la penisola sorrentina in cui restano solo i divieti di balneazioni non dovuti ad inquinamento. Divieti che vengono imposti in prossimità di porti, fiumi, depuratori. Le spiagge che restano off limits sono: Marina di Cassano, Piano di Sorrento, Marina di Puolo (Massa Lubrense), Marina della Lobra (Massa Lubrense), Marina Piccola (Sorrento), San Francesco (Sant’Agnello), Marina di Meta (Meta), Marina Grande (Capri), Peggio va in costiera amalfitana dove quasi un chilometro di litorale risulta inquinato. In particolare nelle zone di Atrani, Cetara e Minori. A questi si aggiungono i tratti non balneabili per motivi differenti dall’inquinamento: Porto di Maiori (Maiori), Porto di Cetara (Cetara), Amalfi, zona porto.I dati relativi al primo periodo del 2009 non sono confortanti ma, se paragonati a quelli degli anni precedenti, si registra un piccolo e costante miglioramento. Nel 1996 i chilometri di costa non balneabili in Campania erano ben 128,4. Ben 45 in più rispetto ad oggi. La salute del mare napoletano è quella che più di tutte concede un pizzico di ottimismo. Dal 1996 ad oggi la costa interdetta alla balneazione è passata dai 137 chilometri ad 82,5: circa 55 chilometri sono stati recuperati e salvati dall’inquinamento. Ferdinado Manzo - metropolisweb.it