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Pompei: Seggio conteso, via ai ricorsi


IL PdL contesta la sottrazione di un posto in consiglio comunale a causa del non riconoscimento di 13 voti alla coalizione POMPEI. Denunce penali e ricorsi amministrativi. È l’epilogo delle elezioni amministrative del 6 e 7 giugno, conclusesi con la vittoria del centrosinistra, guidato dal sindaco Claudio D’Alessio. Il risultato elettorale per lo schieramento vincente ha prodotto la formazione di una maggioranza di ben quindici consiglieri su venti. Il quindicesimo rappresentante del civico consesso di Pompei è stato assegnato, dopo i controlli dei voti giunti dalle 24 sezioni elettorali, ed è stato attribuito alla lista «Centro Democratico», che oltre a Pasquale Avino, sarà rappresentata anche da Salvatore Visciano. Il seggio assegnato alla maggioranza è stato sottratto al centrodestra che al voto ha sostenuto la candidatura a sindaco di Michele Genovese. Il PdL nello specifico, sarà rappresentato oltre che da Genovese, anche da Arturo Sorrentino, che riesce a spuntarla sul suo collega di lista Luigi Ametrano. In un primo tempo, si pensava infatti che il seggio perso dal centrodestra, fosse quello di Sorrentino, ma da un ulteriore ricontrollo dei voti è emerso che quest’ultimo abbia ottenuto più voti di Ametrano. In realtà una simile situazione è del tutto aleatoria, in quanto sul caso si annunciano denunce e ricorsi da parte dei rappresentanti di lista di PdL, Udeur, Popolari Liberali e della civica «Il Cittadino». Questi ultimi denunciano che l’ufficio centrale elettorale del comune di Pompei, non abbia assegnato tredici voti alla coalizione di Genovese (tre all’UdeuR e dieci ai Popolari Liberali), e che proprio questa diminuzione dei consensi abbia causato la perdita di un seggio al centrodestra. Nello specifico due rappresentanti di lista, Francesco Bocca del PdL e Alfonso Carotenuto de «Il Cittadino» hanno altresì prodotto una nota, esposto – denuncia, sull’accaduto evidenziando che con le sue decisioni l’ufficio centrale elettorale, starebbe di fatto modificando il risultato delle recenti votazioni. «La normativa elettorale in vigore – spiega, nello specifico Carotenuto – è molto chiara e non si presta ad alcuna interpretazione: essa sancisce che l’Ufficio Elettorale Centrale riassume i dati degli scrutini delle varie sezioni senza poterne modificare il risultato. Ora nel caso delle ultime elezioni di Pompei, durante i controlli l’ufficio elettorale centrale ha riscontrato tre incongruenze tra i dati riportati nelle due copie dei verbali, una inviata allo stesso ufficio centrale ed un’altra depositata presso la segreteria comunale. Le tre non rispondenze di dati – aggiunge ancora il rappresentante de «Il Cittadino » - riguardano le liste «Centro Democratico», Popolari Liberali ed Udeur. Per la prima è stato notato che non corrispondevano i risultati della sezione n. 11, un verbale, quello inviato all’ufficio centrale riportava infatti otto preferenze per questa lista, mentre in quello depositato presso la segreteria comunale, erano indicati 28 suffragi. Il presidente dell’ufficio centrale ha quindi assegnato a questa lista 28 consensi. Stessa situazione, però nella sezione n. 20, si è verificata per Udeur e Popolari Liberali, che avevano ciascuna un diverso dato sulle due copie dei verbali. La prima aveva tre voti indicati nel verbale della segreteria comunale e zero in quello inviato all’ufficio centrale, mentre la seconda ne otteneva dieci in base al verbale della segreteria comunale, ed uno in quello dell’ufficio elettorale. In questi due casi, il presidente dell’ufficio centrale ha deciso in maniera opposta a quanto avvenuto per la lista «Centro Democratico», assegnando a queste due liste i dati riportati sui verbali inviati all’ufficio centrale. Ciò – afferma ancora Carotenuto – crea anche un altro problema, la non rispondenza del numero delle schede scrutinate della sezione n. 20, con quello dei suoi votanti. Questi ultimi, nel seggio n.20, sono stati 670, e 670 sono infatti le schede scrutinate così ripartite 645 voti validi più dodici voti espressi ai soli sindaci più sette schede bianche più sei voti nulli. Ora assegnando zero voti e un voto alle due liste UdeuR e Popolari Liberali, così come ha deciso il presidente dell’ufficio centrale elettorale, il numero dei consensi validi, nella sezione n.20, diventa di 633 e quindi sommando gli altri consensi (voti ai soli sindaci, bianche e nulle) si arriverebbe ad un totale di 658, che non è quello dei votanti. Da qui – conclude Carotenuto – il nostro intervento, soprattutto per evitare un grave errore, che avrebbe anche responsabilità amministrative e penali per i componenti dell’ufficio centrale elettorale, e porrebbe a rischio d’invalidazione l’intera elezione amministrativa ». Giornale di Napoli