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Pimonte: Verbali manomessi, due vigili urbani condannati


Due anni per il comandante e 18 mesi per un'agente PIMONTE. Avevano falsificato verbali e manomesso multe le cui cifre non erano gradite ai loro parenti e conoscenti. Spesso le cifre utilizzate e stampate sulle contravvenzioni non venivano corrisposte ma risultavano pagate. Per questa ed altre irregolarità la seconda sezione penale del tribunale di Torre Annunziata, ha condannato Pietro Apuzzo e Giuseppina Chierchia alla sbarra per truffa e falsità materiale commessa da un pubblico ufficiale. Entrambe in forze a Pimonte erano l'uomo il comandante della stazione dei vigili e la donna una degli agenti. Due anni di reclusione la condanna per il comandante e un anno e sei mesi la condanna per la vigilessa. Così ha deciso il collegio presieduto da Maria Grazia Di Somma all'esito di una lunga istruttoria dibattimentale. Difesi dal penalista Nicolas Balzano avevano entrambi addotto la motivazione che alla base delle presunte irregolarità ci sia stata l'inesperienza degli agenti. Diversamente ha ritenuto il trio giudicante che ha scelto di accogliere la richiesta di condanna formulata dalla procura oplontina che pure aveva chiesto l'affermazione della responsabilità penale dei due agenti. Le indagini si sono concluse ai danni dei due imputati, nel luglio 2007 quando il gip del tribunale di Torre Annunziata accolse la richiesta della procura oplontina disponendo il divieto di dimora per entrambi. Diverse le dimostrazioni di solidarietà che in quei giorni vennero messe in piazza dagli abitanti di Pimonte nei confronti dei loro concittadini. Uno striscione capeggiava in piazza Roma, proprio di fronte al palazzo comunale firmato da decine di cittadini. Lenzuoli bianchi alle finestre e striscioni di solidarietà all'agente vennero esposti in tutta la cittadina all'indomani della notifica da parte dei carabinieri della stazione di Castellammare di Stabia del procedimento deciso dal giudice oplontino che sarebbe dovuto durare fino a fine processo. Processo che si è concluso per entrambi con una condanna in primo grado di giudizio che rischia di segnare la carriera di entrambi, sospesi dall'incarico dallo scoppio della bufera. Furono proprio i militari stabiesi ad accertare le irregolarità nel corso delle indagini coordinate dalla procura torrese. Secondo l'accusa gli agenti falsificavano gli importi delle contravvenzioni dichiarando importi mai corrisposti per intero. Questi “aggiustamenti” venivano messi in atto, secondo la procura, per favorire conoscenti degli agenti. Erano circa cento le contravvenzioni manipolate provocando un grosso danno economico alle casse dell'amministrazione comunale che si dichiarò comunque estranea alla vicenda intendendo attendere il corso della magistratura prima di prendere posizione. Il primo grado di giudizio ha per adesso dato credito alle accuse della procura.Vincenzo Sbrizzi - GdN