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Penisola sorrentina: guerra ai datterai, blitz e arresti


Sequestrati 35 chili di molluschi razziati nella riserva marina. Dieci in manetteANTONINO SINISCALCHI Sorrento. Li hanno sorpresi a razziare le pareti rocciose più preziose della costiera, da Vico Equense a Massa Lubrense, su un fronte che ricade anche nella Riserva marina di Punta Campanella. Dieci datterai, otto di Castellammare e due di Vico Equense, sono stati bloccati dai carabinieri della compagnia di Sorrento, coordinati dal capitano Massimo de Bari. Sequestrati 35 chilogrammi di datteri (prezzo di mercato circa tremila euro), le attrezzature subacquee e tre imbarcazioni dotate di potenti motori fuoribordo per un valore commerciale di circa 65mila euro. Particolarmente sofisticati gli artigianali martelletti, le pinze e le mazzole utilizzati per attuare questa forma di pesca abusiva, particolarmente dannosa per l'ecosistema marino della costiera sorrentino-amalfitana. L'operazione ha richiesto l'impiego dell’equipaggio della motovedetta 514/N, coordinato dal maresciallo Pierluigi Chiocca, coadiuvato dai militari del nucleo subacquei di Napoli e del settimo nucleo elicotteri di Pontecagnano. Una volta identificati, si è proceduto al sequestro dei pregiati molluschi e alla denuncia all’autorità giudiziaria per violazione delle norme che vietano la raccolta, la vendita e la detenzione di datteri di mare e all’affondamento del pescato in acque profonde. La pena prevista per i due reati può arrivare, rispettivamente, fino a un anno di arresto e a 6.197 euro di ammenda. La lotta contro la pesca abusiva dei datteri, che si sussegue ormai da anni in penisola sorrentina, diventa sempre più complessa per la necessità di utilizzare un vasto e articolato spiegamento di uomini e mezzi. In questa circostanza, infatti, è stato necessario l'ausilio di un elicotteri e dei sommozzatori per finalizzare l’operazione. I datterai, infatti, possiedono attrezzature e tecniche sofisticate per eludere i controlli e depredare, armati di martelli e scalpelli, le pareti rocciose. I pregiati molluschi vengono nascosti sui fondali marini e issati a bordo delle imbarcazioni soltanto all'ultimo momento. Il distacco di intere pareti di roccia «desertifica» l'area bersagliata con notevole danno biologico. Pesca, commercio, detenzione e consumo dei datteri di mare sono vietati in base al decreto ministeriale 401/88, fenomeni che alimentano un giro di affari milionario, concentrato nelle mani di pochi «operatori» a danno di una risorsa, il mare, che appartiene a tutti. Il passaggio dei datterai lascia gravi segni di degrado ambientale, ma l'azione di prevenzione e repressione non è facile, essendo condizionata dall'esigenza di poter disporre di forti contingenti di uomini e mezzi. Il dattero di mare è un mollusco bivalve che cresce assai lentamente. Sono necessari almeno 80 anni per raggiungere gli 8 centimetri di lunghezza. Per prevenire il fenomeno, la Riserva marina di Punta Campanella ha lanciato tre anni fa la campagna «Datteri di mare? No grazie. Anzi, non pescarli, non offrirli. E se ti vengono offerti, rifiutali», in collaborazione con i ristoranti che espongono il logo «In questo locale non serviamo datteri di mare». il mattino