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Pompei: Le lasciano il bisturi nell’addome


Condannati medici e infermieri: la donna venne operata a Perugia per la rimozione di un tumore che non ha mai avuto POMPEI. Le diagnosticano un tumore che non ha, condannati i medici perugini. La classica storia di malasanità, che ha coinvolto una clinica privata umbra. La vittima dell’errore clinico è una 43enne di Pompei, che ha dovuto subire diverse operazioni per un tumore che non aveva mai avuto. Due anni fa inizia la vera e propria odissea della donna. Si reca in una clinica privata di Perugia per una visita specialistica, convinta che quei dolori alla pancia, come diagnosticato dai medici napoletani, siano conseguenza di una semplice gastroenterite. Durante le visite, però, gli specialisti umbri “scoprono” che la donna ha un tumore all’intestino. Subito messa in cura, dopo alcune settimane viene sottoposta ad un delicato intervento chirurgico per l’asportazione di parte dell’intestino. I dolori, però, aumentano. La donna torna a Pompei, si fa visitare nuovamente e, durante una semplice radiografia, emerge la vera causa di quei dolori addominali. I medici di Perugia, infatti, le avevano lasciato un “ricordino”, un bisturi dimenticato durante l’operazione. Da altri controlli, poi, viene fuori che la donna non aveva nemmeno mai avuto il tumore per il quale era stata operata. Di nuovo sotto i ferri, le viene asportato il corpo estraneo e comincia l’iter giudiziario, per competenza territoriale presso il tribunale di Perugia. «Sono stata distrutta» ha detto al suo avvocato la 43enne che, difesa dal legale Luigi Alfano, ha avuto la sua piccola soddisfazione la scorsa settimana. Medici ed anestesisti sono stati condannati in Appello tutti a 4 anni e 6 mesi di reclusione, sia per l’errore nella diagnosi, sia nel gravissimo episodio del bisturi. La cartella clinica e la sala operatoria resteranno ancora sotto sequestro. In primo grado, il giudice aveva comunque ritenuto colpevole lo staff medico della clinica privata perugina, condannando medici ed anestesisti a 4 anni di reclusione. Il tribunale, inoltre, ha riconosciuto un congruo risarcimento danni alla donna, e sono stati devoluti 50 mila euro ad una associazione per la lotta ai tumori. Luigi Alfano, “avvocato on the road”, si occupa di casi particolari con il suo sportello legale antiviolenza, antibullismo, antistalking, antimobbing, in tutela dei consumatori, a favore degli indigenti e dei cosiddetti invisibili, presso uno sportello aperto il giovedì dalle 17 a 19, all’English Inn di Sorrento, al corso Italia. Adesso, è stata inaugurata una nuova sede anche a Pompei, uno Sportello Unico del Consumatore a titolo gratuito. Invece, sul delicato caso appena conclusosi con una vittoria giudiziaria, l’avvocato Alfano racconta: «Ci siamo costituiti parte civile e, dopo 2 anni di lotte in tribunale, siamo riusciti a tornare a Pompei con una bella soddisfazione. La mia assistita ha sofferto molto durante questi anni, soprattutto perché ha dovuto subire tante sofferenze fisiche per un errore di partenza, quello della diagnosi». Infatti, se solo i medici avessero scoperto subito che si trattava di una semplice gastroenterite, tutta questa situazione si sarebbe risolta senza inutili operazioni. Dario Sautto - GdN