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«Scavi, il commissario resterà ma ora si lavori al rilancio»


La senatrice De Feo: contratti agli archeologi come custodiSUSY MALAFRONTE Pompei. I sindacati attaccano la manutenzione degli Scavi, i dati parlano di un calo delle presenze, l’amministrazione locale lancia l’Sos al nucleo tutela del patrimonio dei carabinieri perché istituisca un presidio fisso nella città. Sulla gestione e tutela dell’area archeologica più famosa del mondo interviene il senatore Pdl Diana De Feo (nella foto), componente della settima commissione permanente Beni culturali. Il commissariamento degli Scavi è stato bocciato dai sindacati. Lei cosa dice? «I problemi di Pompei sono tantissimi e solo un commissario con poteri straordinari può risolverli. I risultati raggiunti, dopo appena un anno, sono stati tantissimi: quaranta milioni di euro investiti in progetti di valorizzazione e tutela del sito, il doppio delle domus aperte, nuovi servizi igienici, il ripristino dell'acquedotto utilizzato dagli antichi pompeiani, l'imminente apertura della guardia medica e del nuovo punto di ristoro di casa Bacco che porterà nelle casse della soprintendenza 420mila euro l'anno. Molto altro ancora c'è da fare. Dopotutto in un anno non si possono risolvere i problemi accumulati in un ventennio. Il commissariamento sarà necessario per molto tempo ancora». Quali prospettive ha in mente per valorizzare la città sepolta? «Pompei è una delle mie passioni. Ogni due settimane trascorro ore tra gli antichi sentieri. E non è accettabile che il bookshop chiuda a Scavi ancora aperti. Chiederò il prolungamento dell'orario. Io quando vado in un museo i libri li compro alla fine della visita». Cosa ne pensa dei souvenir venduti nell'area archeologica e sulle bancarelle? «Paccottiglia. Bisogna stravolgere l'idea che si ha oggi del souvenir e riconsiderare tutta quella parte di marketing che potrebbe, in parte, rimanere agli Scavi per investirli in progetti volti alla promozione, all'accoglienza e alla visibilità . Copie fatte bene dei gioielli ritrovati, ad esempio eseguiti dai maestri orafi napoletani. Pompei è molto importante per non essere sfruttata nel senso benevolo della parola per reperire fondi». Dice di amare Pompei e di trascorrere molte ore all'interno dell'area archeologica. Che idea si è fatta dei custodi? «Sono bravissimi e preziosi. Hanno una conoscenza straordinaria dell'archeologia. Conoscono ogni pietra del sito come se fosse casa loro. Bisogna dire, però, che l'avvento del commissario ha provocato una caduta dell'assenteismo e ha ridotto le assemblee sindacali che impedivano l'apertura. Con tutta la concorrenza che c'è al mondo non possiamo permetterci di lasciare fuori dal sito i turisti. Ci sono molti giovani archeologici disoccupati che potrebbero essere assunti, con contratti a termine, per affiancare i custodi e sopperire la carenza di personale». Il sindaco Claudio D'Alessio ha chiesto l'istituzione di una sede del nucleo carabinieri per la tutela patrimonio. Può servire? «Interessante. Il nucleo speciale dei carabinieri è una bellissima forza che si può aggiungere ai controlli che fanno già i custodi. Una collaborazione fattiva tra i carabinieri, il commissario e la sovrintendenza, poi, aiuterebbe a salvaguardare un patrimonio dell'umanità». il mattino