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Sorrento: Salvata una volpe vittima di bocconi avvelenati


Polpette destinate a cani o gatti randagi SORRENTO. Brancolava alla cieca in attesa dell’arrivo di una morte certa dopo avere addentato ed ingerito alcune polpette avvelenate appositamente gettate da qualche sciagurato nell’intento di togliersi di torno cani e gatti randagi. Invece, ad essere vittima del bieco gesto, è stato un piccolo esemplare di volpe (nella foto) fortunatamente raccolto per strada da un bambino. Dopo qualche rapida ricerca è stato subito allertato telefonicamente il presidente del Wwf sezione penisola sorrentina Claudio D’Esposito che recatosi sul luogo del ritrovamento, in via Atigliana, zona collinare di Sorrento, ha trovato il bambino estremamente preoccupato che reggeva insieme al padre una scatola di cartone all’interno della quale stavano accudendo la piccola volpe. Il cucciolo presentava intorno alla zampetta anteriore sinistra un cerotto bianco che reggeva un ago da flebo, segno di un primo intervento eseguito da un ambulatorio veterinario. Su indicazione del bambino la piccola volpe è stata portata presso la stessa clinica veterinaria dove la dottoressa di turno si è però rifiutata di prestare le cure al cucciolo di volpe moribondo fin quando l’animale non gli fosse stato condotto chiuso in una gabbia e munito di museruola. Un atteggiamento che avrebbe certamente condannato a morte la piccola volpe che è invece stata ulteriormente trasportata, dopo un viaggio di chilometri, dagli esperti del Wwf che ne hanno constatato le drammatiche condizioni. Al centro veterinario veniva infatti accertato il forte stato di debilitazione dell’animale che soffriva di forti attacchi convulsivi. L’osservazione delle mucose di gengive, orecchie e palato di colore giallo denotava nel cucciolo di volpe una forte forma di avvelenamento. Intorno al cucciolo si è raccolto un capannello di volontari che hanno trascorso una estenuante nottata di veglia praticando al cucciolo iniezioni ogni quattro ore. Le cure e le coccole hanno funzionato e il cucciolo alle prime luci dell’alba ha riaperto gli occhi lasciandosi alle spalle il tunnel di una morte sicura, evitata grazie all’intervento ed alla sensibilità di un bambino. Vincenzo Maresca - Gdn