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Castellammare: Camorra, fermo per il boss D’Alessandro


CASTELLAMMARE DI STABIA. Le indagini sull’omicidio del consigliere comunale di Castellammare Luigi Tommasino portano agli uomini del clan D’Alessandro, ma gli elementi raccolti ad oggi dalla squadra mobile di Napoli, nell’ambito delle indagini coordinate dai pm Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa, coordinati dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo della Procura di Napoli, non vengono ancora considerati sufficienti a stringere il cerchio intorno al mandante dell’omicidio. Nell’ambito dell’inchiesta, però, ieri mattina, gli agenti della Questura di Napoli, in collaborazione con i colleghi di Trapani, hanno notificato a Vincenzo D’Alessandro, 33enne, pregiudicato, rampollo della “famiglia” stabiese e considerato reggente dell’omonimo clan, un provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Napoli per il reato di associazione a delinquere di stampo camorristico. Vincenzo D’Alessandro attualmente sta scontando la misura di sicurezza detentiva presso la casa di lavoro di Favignana, in provincia di Trapani, dove gli è stato notificato il provvedimento. A 11 mesi esatti dall’ uccisione del consigliere del Pd Gino Tommasino, arriva un importante provvedimento che, però, non identifica il mandante di quell’efferato omicidio che ha sconvolto l’intera città di Castellammare. I presunti esecutori, infatti, sono stati già tutti consegnati alla giustizia e, in un modo o nell’altro, sono tutti legati alla cosca di Scanzano. A cominciare da Catello Romano, il 19enne che si era anche iscritto al Partito democratico; passando per Salvatore Belviso, 26enne cugino di Vincenzo D’Alessandro e considerato il suo fidato braccio destro; nonché Raffaele Polito, 27 anni, e Renato Cavaliere, di 37, quest’ultimo il membro più esperto del commando omicida. Le indagini della Dda hanno stabilito che loro 4 sono stati gli esecutori dell’omicidio del consigliere comunale stabiese, ma la regia dietro i killer non è stata ancora stabilita con certezza. Le indagini sul caso Tommasino hanno, finora, portato solo ad una certezza: Vincenzo D’Alessandro è il capoclan. Lui ha preso in mano le redini di una cosca camorristica allo sbando dopo gli arresti e le condanne. Lui, con quel cognome “pesante”, nell’ottobre del 2008 aveva deciso di rendersi irreperibile e di decidere, spesso da lontano, il da farsi. E così, improvvisamente, dopo 3 anni di “pace armata”, a Castellammare sono tornati gli omicidi di camorra. Il più significativo proprio quello del consigliere Tommasino. Le motivazioni in merito date dagli arrestati non convincono ancora gli inquirenti che stanno cercando il reale movente. Gli inquirenti non tralasciano nulla, e anche la commissione d’accesso insediatasi ormai 60 giorni fa a Palazzo Farnese cerca tracce di possibili infiltrazioni camorristiche all’interno della macchina amministrativa. Gli investigatori inviati dalla Prefettura stanno indagando sui permessi rilasciati dal Comune, soprattutto sulle concessioni edilizie e commerciali. Parte della verità sull’omicidio Tommasino potrebbe trovarsi proprio in quei documenti che la commissione sta analizzando da due mesi. A causa di queste indagini, in città c’è qualcuno che addirittura parla di rinvio delle elezioni in conseguenza di uno scioglimento che, ad oggi, sembra molto lontano. Dario Sautto - GdN