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Omicidio Tommasino, la guerra delle assicurazioni


L’odissea di un professionista stabiese che era a bordo dell’auto danneggiata durante il raid di camorra Cinzia Brancato Castellammare. Professionista, stabiese, cinquantenne, il nome, no, meglio lasciar perdere «perché ho paura», dice lui che la paura il 3 febbraio di un anno fa l'ha vista molto da vicino. Poco dopo le 16, in viale Europa, davanti al Palazzo di Giustizia, quel drammatico giorno era alla guida dell’auto che fu tamponata dalla Lancia Musa del consigliere comunale Gino Tommasino in quelle frazioni di attimi che un commando di camorra, a bordo di uno scooter, gli scaricava addosso undici colpi di pistola, ammazzandolo. Storia drammatica che il nostro professionista, stabiese, cinquantenne e senza nome, avrebbe preferito dimenticare presto e che, invece, da un anno a questa parte ritorna ciclicamente nella sua vita a causa di una storia di assicurazioni di auto che ha davvero del paradossale. Se il povero Tommasino, suo malgrado, si è ritrovato negli ultimi minuti della sua vita a tamponare l'auto del nostro professionista, questi a sua volta ha tamponato la vettura di un altro automobilista che non ha perso tempo a chiedergli il risarcimento dei danni subiti nello scontro. Danni regolarmente pagati per un importo di circa duemila euro. Per pareggiare i conti, l'assicurazione del professionista ha chiesto il risarcimento danni all'assicurazione del consigliere comunale morto ammazzato (circa tremila euro) che, però, si rifiuta di pagare poiché «il veicolo circolava proibente domino» che tradotto significa: l'incidente non è stato provocato da Tommasino, ma da una causa esterna, vale a dire il commando di camorra che poi lo ha ucciso. In teoria, dovrebbe pagare l'assicurazione dello scooter, sempre ammesso che lo scooter sia intestato ad uno degli assassini di Tommasino e, in ogni caso, per il risarcimento bisognerà aspettare la sentenza definitiva della loro colpevolezza. Nemmeno Kafka sarebbe riuscito in tanto. «È chiaro - dice il professionista - che io non avrei mai voluto rivalermi sull’assicurazione di un morto ammazzato e meno che mai mi sogno di fare causa a dei camorristi, però, mi chiedo, cosa posso fare per tutelarmi? Sono stato testimone di un omicidio, la mia auto è stata posta sotto sequestro per due mesi, la mia assicurazione ha pagato i danni provocati a un’altra auto su cui, mio malgrado, sono finito addosso e nessuno ora vuole pagare i danni provocati alla mia auto. Per giunta sono sceso di categoria nella mia assicurazione in quanto ho provocato un incidente». A venirgli incontro non c’è nemmeno la normativa assicurativa che regola il fondo di garanzia per le vittime della strada in quanto chi ha provocato l’incidente non è una persona ignota. Per quanto presunti i killer di Tommasino si sa chi sono, tanto è vero che sono stati anche arrestati. Il Mattino