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Castellammare: Spaccio, preso il terzo complice


Francesco Solimene sfuggì al bliz a rione MoscarellaCASTELLAMMARE DI STABIA. È stato trovato il terzo complice della banda di spacciatori del rione Moscarella. Si tratta di Francesco Solimene, 26 anni, arrestato ieri mattina dagli agenti di polizia del commissariato di Castellammare di Stabia che, agli ordini del primo dirigente Luigi Petrillo e del vicequestore Stefania Grasso, hanno eseguito un’ordinanza del gip di Torre Annunziata. Solimene è stato raggiunto nella sua abitazione, dove vive con la giovane compagna, sorella di Catello Romano, il 19enne che avrebbe fatto parte del commando che un anno fa uccise il consigliere comunale stabiese Gino Tommasino. Nel blitz dell’8 novembre non fu trovata droga, ma due dei tre spacciatori di via Traversa Tavernola furono arrestati. Si trattava di Simone Solimene, 23enne fratello minore di Francesco, e Massimo Esposito, 34enne, entrambi pregiudicati e accusati in concorso con il 26enne di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. Durante un’operazione antidroga condotta dai poliziotti del commissariato stabiese, la notte dell’8 novembre furono fermati numerosi tossicodipendenti all’uscita del rione Moscarella: tutti perquisiti, furono trovati in possesso di piccole quantità di marijuana acquistata proprio in Traversa Tavernola da tre spacciatori che si trovavano nei pressi di un’aiuola. Il blitz della polizia sorprese solamente Simone Solimene e Massimo Esposito, mentre Francesco Solimene riuscì a fuggire. Dopo due mesi di intense indagini volte a dimostrare la colpevolezza del 26enne, riconosciuto subito come il terzo componente della banda di spacciatori, ieri è arrivato l’arresto. Il provvedimento cautelare del gip di Torre Annunziata si basa su materiale probatorio fornito dagli inquirenti: ad incastrare il 26enne c’è anche un video. I tre, la notte tra il 7 e l’8 novembre, stavano spacciando canapa indiana: la droga, che non fu trovata, era nascosta all’interno di un sacchetto che si trovava in un cassonetto dei rifiuti. Di volta in volta, in due prendevano “ordinazioni” e soldi dai tossicodipendenti, ed un terzo andava a prendere la dose da cedere. Un espediente che permetteva, in caso di controlli e perquisizioni, di non trovare stupefacenti addosso a nessuno dei tre spacciatori. Francesco Solimene, dopo essere stato identificato, è stato trasferito ai domiciliari: il suo interrogatorio è previsto per il prossimo giovedì. Simone Solimene e Massimo Esposito sono invece già detenuti: per il primo la condanna a 3 anni, per il secondo a 2 anni e 9 mesi. I tre sono difesi dall’avvocato Massimo Autieri. Per tutti, il reato contestato in concorso è di detenzione e spaccio di stupefacenti. Tutti e tre erano volti già noti alle forze dell’ordine. I fratelli Solimene furono accusati di furto, ricettazione e tentata estorsione per aver rubato, in un cantiere edile di Lettere, 2 mini escavatori, un furgone Nissan Trade, un furgone Iveco Daily e vari attrezzi per lavori edili, per un valore complessivo di circa 60 mila euro. Successivamente, i due tentarono un’estorsione con la modalità del cavallo di ritorno ai danni di un operaio di un’impresa edile di Villa Literno. La refurtiva, poi, fu ritrovata dai carabinieri in un capannone abusivo in via Petraro, a Castellammare. Invece, Esposito era stato fermato dai carabinieri il 19 luglio scorso poiché spacciava in casa: nella sua abitazione, furono rinvenuti e sequestrati 6 grammi di marijuana, già divisi in singole confezioni, 521 bustine di plastica e un bilancino di precisione. Dario Sautto - GdN