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Cane ferito a colpi di pistola e «incaprettato»


La denuncia dei volontari: cuccioli sepolti vivi sui Monti Lattari È stato trovato in mezzo a una strada «incaprettato», cioè con le zampe legate da una fune, in attesa del passaggio di un’auto che l’avrebbe travolto e forse ucciso. Una pratica crudele: al più piccolo movimento dell’animale o tentativo di liberarsi le zampe si spezzano. Faustino, è stato chiamato così il piccolo meticcio bianco e nero, in onore del santo che si festeggia proprio il 15 febbraio, giorno in cui è stato salvato da un gruppo di volontari. Faustino è stato portato subito da un veterinario che gli ha riscontrato anche ferite da fucile sulla spalla e sulla faccia vicino all’occhio destro, che purtroppo ha perso. Ma fortunatamante è salvo. Nella struttura sanitaria di Enzo Cardamone di Nocera Superiore i veterinari lo stanno curando in attesa della sua guarigione che, precisano, sarà lenta, almeno due mesi di terapie. Poi, si spera che qualche famiglia di buon cuore lo adotti e gli dia quell’amore che non ha mai avuto. Cani crocefissi agli alberi, cuccioli seppelliti vivi dopo pochi mesi dalla nascita perché nessuno li ha voluti, colonie intere di gatti sterminate con polpette avvelenate. Le atrocità sui Monti Lattari contro gli animali d’affezione purtroppo non si contano. La denuncia è del gruppo «Gli amici di Jerry» che opera in costiera e sui Monti Lattari. «In un anno di attività - dice Vittoria Pasetto - abbiamo salvato dalla strada venticinque cani, molti dei quali feriti, altri semplicemente abbandonati. Non sappiamo bene chi li porta qui incontro a una morte certa, di fame, di sete, di freddo o sotto le auto di un’auto, ma abbiamo un sospetto. Ogni mercoledì, giorno di mercato in numerosi centri del territorio, i cani arrivano a bordo di furgoni e lasciati in strada. Forse c’è un giro di persone che si occupa di ”liberare” del peso di un cane indesiderato padroni pronti a pagare il servizio». «Noi stessi - dice Annalisa Santoro - siamo stati più volte avvicinati da persone che non erano riuscite a sistemare cuccioli appena nati. Qui, la sterilizzazione preventiva non si sa neppure cosa sia. Altrimenti, dicevano, siamo costretti a seppellirli vivi».  Fonte: Il Mattino