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Castellammare: Sarno, alunni "studiosi" di inquinamento


Titti Esposito Castellammare. C’è l’impianto di depurazione in miniatura e il plastico con la riproduzione dettagliata di un parco a biosfera che studia le condizioni vitali di fauna e flora dell’area in via di risanamento, ma anche il «gioco dell’oca», con tanto di dadi e caselle, sulle tematiche ambientali con al centro, lui, il fiume Sarno e la mostra fotografica con immagini di ieri e oggi a confronto. Sono solo alcuni dei progetti che sono stati in mostra per due giorni in una sorta di concorso di idee, al liceo scientifico Francesco Severi, nell’ambito del progetto di studio e ricerca sul corso d’acqua più inquinato d’Europa, promosso dal Rotary International distretto 2100 e seguito personalmente dal generale Roberto Jucci, commissario uscente dell’organismo a tutela dell’area a ridosso del fiume stesso, per anni vittima di abusi e scarichi fognari di vario tipo. Un’iniziativa che da due anni impegna centinaia di alunni e quattordici scuole prima in attività di laboratorio per esaminare e studiare il grado di tossicità delle acque del Sarno dalla sorgente alla foce e poi in progetti concreti per gli alunni-scienziati, che lavorano per far sì che l’inquinamento sia davvero solo un lontano ricordo. Lo raccontano entusiasti i coordinatori del progetto Giulia di Lorenzo, Carla Aramo ed Egidio di Lorenzo del Rotary stabiese. «Questo progetto è soprattutto una sfida per i club che operano nel territorio idrografico del fiume - scrivono i tre - con l’obiettivo ambizioso di creare nelle coscienze delle autorità locali e dei cittadini la consapevolezza che terminato l’intervento di emergenza, occorre gestire la quotidianità in modo costruttivo ed efficace e impedire che riprendano gli sversamenti abusivi e la vandalizzazione degli impianti». Una preoccupazione che alla scadenza del mandato del commissario Jucci, a detta anche di Vincenzo Gaeta, presidente Rotary, non può dirsi lontana, visto che il Sarno è ancora oggi una fogna a cielo aperto. «La speranza è che i giovani di oggi, quelli che domani gestiranno il territorio - dice il portavoce dell’associazione - capiscano che il disinquinamento non è una passeggiata, ma un processo graduale che ha bisogno dell’impegno di tutti, da subito, anche attraverso iniziative extra - scolastiche che informano, formano, educano al recupero ambientale». Il Mattino