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La Tessera del Tifoso , pasticcio di un' Italia che vorrebbe disinfestare gli stadi

Post n°184 pubblicato il 15 Luglio 2010 da TesseraDelTifosoNO


Del pasticcio chiamato “Tessera del Tifoso” avrei aspettato ancora qualche settimana per parlarne, ma mi sento chiamato in causa dall’articolo del collega Sergio Carli. Un pezzo di cui non condivido una virgola, a dimostrazione del fatto che a Blitz il pluralismo è di casa.

Parlo di “pasticcio Tessera” perché il caos è per prima cosa a monte: l’oggetto in questione non è, infatti, una legge dello Stato, né un decreto-legge emanato dal Governo (che pure se ne fa alfiere, con il ministro dell’Interno Maroni). Si tratta di una circolare amministrativa del 14 agosto 2009 in cui si dispone alle società di serie A e B e Lega pro di «garantire il rilascio della “tessera del tifoso” a chiunque la richiederà, contestualmente all’acquisto di un biglietto o all’esibizione dell’abbonamento». E’ un provvedimento che non è mai passato per una votazione in Parlamento e neanche per una discussione in consiglio dei Ministri. E già nelle righe della stessa circolare si intravede che il carattere di obbligatorietà della “tessera del tifoso” è perlomeno labile: «I Prefetti della Repubblica sentiti i Questori, sono invitati ad attuare ogni consentita attività di coordinamento, anche con il coinvolgimento delle società sportive, al fine di promuovere le attività sopra descritte in sede di condivisione delle strategie e degli obiettivi comuni».
Si dice che la “tessera” funzionerà come una carta di credito: in parte sarà così.
L’attuazione del provvedimento porterà – nella peggiore delle previsioni – un paio di milioni di nuovi correntisti alle banche italiane. I “fedelissimi”, se vorranno abbonarsi alla propria squadra, o semplicemente avere la possibilità di poterla seguire in trasferta, dovranno farsi una “card” prepagata dal costo iniziale di 10-18 euro, ricarica iniziale obbligatoria di 25 euro, rinnovo annuale di 3. E dovranno ricordarsi di non lasciarla mai a zero, altrimenti sarà inutilizzabile.
Le differenze con una normale carta di credito o tessera fedeltà del supermercato è che chi vuole sottoscriverla passa per la questura.

L’attuazione del provvedimento porterà – nella peggiore delle previsioni – un paio di milioni di nuovi correntisti alle banche italiane. I “fedelissimi”, se vorranno abbonarsi alla propria squadra, o semplicemente avere la possibilità di poterla seguire in trasferta, dovranno farsi una “card” prepagata dal costo iniziale di 10-18 euro, ricarica iniziale obbligatoria di 25 euro, rinnovo annuale di 3. E dovranno ricordarsi di non lasciarla mai a zero, altrimenti sarà inutilizzabile.

Le differenze con una normale carta di credito o tessera fedeltà del supermercato è che
chi vuole sottoscriverla passa per la questura. In teoria è vietata a chi è stato condannato in primo grado per reati “da stadio” e a chi sta scontando il Daspo (la diffida, misura preventiva e non punitiva, che non passa per un processo) ma è aperta a chi lo ha scontato 5 anni prima e poi non ne è stato più colpito. Ma tutto questo «salvo diverso parere della P.S.». In pratica è quindi grande la discrezionalità lasciata alle questure, che potranno decidere concedere o non concedere la “tessera” sulla base di insindacabili valutazioni. Ah, chi ha «violato il regolamento d’uso degli impianti», cioè ad esempio chi si sia seduto in un posto diverso da quello assegnato dal biglietto o abbia sventolato una bandiera di grandezza superiore a quella prevista, non potrà fare la “tessera del tifoso”.

C’è un’altra peculiarità di questo oggetto:
sarà dotato di tecnologia RFID (radio identificazione a distanza), usata finora per la tracciabilità delle merci e del bestiame. Sperimentata come strumento anti-terrorismo. E ora reinventata in Italia come dispositivo rintraccia-tifoso. Da casa all’autogrill, dal bar allo stadio, dai gradoni della curva al parcheggio della macchina. Non proprio come una carta di credito.
Al momento in cui scriviamo, questa “card” così speciale è stata adottata da quasi tutte le società di serie A, eccetto Cagliari, Lecce, Napoli e Udinese. Ma all’inizio del campionato manca ancora più di un mese. Gli ultras di tutta Italia, con rarissime eccezioni, hanno annunciato il boicottaggio: questo significherà che senza dubbio mancheranno all’appello centinaia di migliaia di abbonamenti. E che davanti agli stadi l’atmosfera non sarà comunque quella rarefatta dei centri commerciali, obiettivo finale delle logiche di “marketing securitario” che alla “tessera” hanno portato.

Stiamo parlando, a mio parere, di un
provvedimento – peraltro inedito in Europa – concepito come “svuota-curve”, che affronta il fenomeno dei tifosi, delle curve e degli ultras con l’approccio della disinfestazione, che la storia e l’esperienza delle casalinghe ha già ampiamente bollato come fallimentare. Così come i topi finiscono tutti in casa del vicino, l’incasinato mondo legato allo stadio si trasferirà nelle strade delle città. Fenomeno che si è già verificato nella tanto esaltata Inghilterra.

Un assaggio di quello che sarà ce lo ha già dato l’appena concluso Mondiale in Sudafrica
. Una manifestazione riservata ai ricchi, essendo proibitivi i costi non tanto del biglietto dello stadio quanto del biglietto per il Sudafrica, nazione lontana da tutto. Benestanti da tutto il mondo e la classe medio-alta dei sudafricani (dubito che nel ghetto di Soweto abbiano fatto il pieno di ticket venduti) hanno dato vita sulle gradinate “mundial” a spettacoli di rara idiozia, benedetti dai media con l’ipocrita etichetta della “festa dello sport”. Frastuono continuo di vuvuzelas (falsamente spacciate come tradizione africana) che coprivano i normali cori di sostegno. Bancari imparruccati e squinzie in cerca d’autore (e di obiettivo), folle di volti dipinti e beoti lesti a farsi riprendere gioiosi e saltellanti da una telecamera che gli regalasse quattro secondi di notorietà. La squadra sta perdendo 4-0? Che ti frega, mostriamo la nostra felicità bovina in mondovisione. E mai uno che fosse andato allo stadio con una semplice maglietta della propria nazionale, no. Tutti agghindati nelle maniere più improbabili, per i sunnominati e televisivi motivi.

Non è questo lo spettacolo che mi va di vedere o a cui mi va di partecipare. Un calcio giocato davanti a spalti vuoti, o peggio ancora sterilizzati e ammaestrati, è uno sport che ha perso la sua anima. Sporca, “casinara” e parecchio, ma parecchio, popolare.

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CRISTIANO MILITELLO: "NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO

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ANDREA & FULVIA

OGNI COSA SCRITTA E/O PUBBLICATA

E' PIENAMENTE CONDIVISA DA ENTRAMBI

A&F

 

oggi 6/10/2009 a Stadio Sprint c'è stato un sondaggio sulla

tessera del tifoso...

Siete favorevoli all'introduzione della tessera del tifoso?

Risultato finale :


NO al 71 % 

SI al 29 %

ci sarà una ragione?

 

SULLA COLLINA

Questo video ha un valore particolare
per uno  degli ideatori di questo  Blog
il mio consiglio a tutti è
di ascoltare e guardare dimenticando i colori
ma ascoltandone il contenuto

 

IL CIELO E' BIANCONERO

 

 

 

 

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l Daspo (da D.A.SPO. acronimo di Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive) è una misura introdotta con la legge 13 dicembre 1989 n. 401, al fine di contrastare il crescente fenomeno della violenza negli stadi di calcio.

Il Daspo vieta al soggetto ritenuto pericoloso di poter accedere in luoghi in cui si svolgono determinate manifestazioni sportive.

http://it.wikipedia.org/wiki/Daspo

 

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