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Creato da cellulestaminali il 23/12/2008
PROBLEMATICHE DI MEDICINA
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ALL'OSPEDALE S. CARLO DI
POTENZA
TERAPIA DELL'ICTUS
MEDIANTE LE
STAMINALI?
"L'ospedale San Carlo di Potenza si sta candidando a una sperimentazione, che sara' l'unica in Europa, sull' impianto delle cellule staminali per l'ictus cerebrale". Lo ha annunciato il 28 giugno a Potenza il direttore generale dell'ospedale, Michele Cannizzaro, a margine della visita nella struttura dell'assessore regionale alla Sanita', Rocco Colangelo.
"Abbiamo gia' attivato quattro posti letto per curare le patologie acute del cervello cosi' come gia' facciamo per l' infarto. Portiamo avanti la politica della sanita' in rete. Negli ultimi mesi abbiamo attivato 30 procedure con le altre strutture presenti sul territorio, riuscendo a far diminuire le liste di attesa e velocizzando le prognosi".
"Registriamo anche una drastica diminuzione di ricoveri impropri. Stiamo rivisitando l'organizzazione interna, datata 1980, per l'ottimizzazione delle risorse umane e la ridistribuzione dei posti letto". (
BELLISSIMA LA VOSTRA INIZIATIVA AVANZATA NEL 2005 RELATIVAMENTE ALLA RICERCA SU STAMINALI PER LA TERAPIA DELL'ICTUS!
MA OGGI 21.06.010 (5 ANNI DOPO) E' POSSIBILE SAPERNE QUALCOSA?
HA AVUTO QUALCHE ESITO O, COME DI CONSUETO, E' STATA BLOCCATA DA POTERI SUPERIORI?
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abbiamo incontrato - IL DR. DAVIDE VANNONI Sì, il 27 aprile abbiamo incontrato nella sede della nostra Associazione il tanto chiacchierato e criticato dr. Vannoni, oggetto di indagine del famoso p.m. Guariniello della Procura di Torino. Il dr. Vannoni ha illustrato le sue attività nel campo delle ricerche sulle cellule staminali, affermando che, a seguito di una perizia medica a lui favorevole, l'inchiesta poteva considerarsi chiusa. Ha, inoltre, insistito sulla necessità che il Centro di Trieste venga aperto con sollecitudine per evitare i numerosi decessi, che, nel frattempo, potrebbero verificarsi specie nelle patologie neurodegenerative. Ha pure parlato della fondazione di un Comitato costituito sia da simpatizzanti sia da pazienti, che urgono perché il Centro di Trieste riprenda le proprie attività. Una collaborazione tra la nostra Associazione ed il Comitato può aver luogo nell'ambito di una conferma da parte dei pazienti della validità delle terapie seguite presso tale Centro. Riteniamo, infatti, che la sperimentazione concreta delle terapie ricevute costituisca la miglior documentazione, che si possa richiedere, indipendentemente dalle accuse avanzate da privati, giornalisti ed Enti, che talora hanno espresso, nei riguardi di più Centri un livore ed un'acredine dovuti sovente ad interessi economici. dr. Michele Maero
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E’ SCOMPARSA UNA RICERCA SULLE CELLULE STAMINALI
LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
A.I.CE.ST.
ASSOCIAZIONE ITALIANA CELLULE STAMINALI
www.aiceststaminali.it e-mail: staminali@aiceststaminali.it
Torino, 23.04.010
Ill.mo Signor PRESIDENTE
Giorgio NAPOLITANO
La nostra Associazione desidera segnalarLe un gravissimo caso di scomparsa di ricerca, terminata con ottimo successo, svoltasi nell’ormai lontano 2003 utilizzando le cellule staminali per la terapia dell’infarto cardiaco.
Tale ricerca, effettuata presso le Molinette di Torino sotto la guida del dr. Sebastiano Marra, Primario del Reparto di Cardiologia, portò alla più completa guarigione un piccolo gruppo sperimentale di infartuati e fu presentata pure ad un Congresso internazionale svoltosi nel 2003 a Torino.
Della stessa si interessarono pure Riviste mediche di alto livello scientifico nonché LA STAMPA, che nel 2005 pubblicò ampi servizi sull’argomento.
Tuttavia, da allora tutto cadde nel più assoluto silenzio e gli infartuati furono lasciati morire, utilizzando le terapie tradizionali.
Ciò ha concretizzato un gravissimo caso di MALASANITA’, con un comportamento che determinò il decesso di migliaia di pazienti.
Il gravissimo episodio assume caratteristiche a livello sociale, specie se si considera che si può ritenere che sia la punta di un iceberg, che investe pure la terapia, mediante cellule staminali, di altre patologie.
Abbiamo segnalato la situazione ai Ministri Fazio e Gelmini nonché al Presidente del Consiglio Berlusconi, anche tramite un’interrogazione parlamentare, ma non abbiamo ricevuto alcun riscontro.
Disponibili a documentare quanto qui esposto, La preghiamo di voler cortesemente intervenire, in modo da evitare che la situazione prosegua a tutto danno dei pazienti.
Le porgo i miei deferenti ossequi.
Il Presidente A.I.CE.ST.
Dr. Michele Maero
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Pubblichiamo qui una lettera inviata oggi, 12.04.010, al Ministro Mariastella Gelmini per denunciare la scomparsa di una ricerca sulle cellule staminali effettuata a Torino per l'utilizzazione delle stesse nella terapia dell'infarto.
A.I.CE.ST.
ASSOCIAZIONE ITALIANA CELLULE STAMINALI
www.aiceststaminali.it e-mail: staminali@aiceststaminali.it
Torino, 12 aprile 2010
Ill.mo Ministro Mariastella GELMINI
con la presente ci permettiamo di segnalarLe un gravissimo caso, a Torino, di scomparsa di una ricerca svoltasi nell’ormai lontano 2003 e coronata da successo, per l’utilizzazione delle cellule staminali nella terapia dell’infarto cardiaco. Ciò ha determinato una grave situazione di malasanità, in quanto in Italia si verificano tuttora migliaia di decessi di infartuati, che la nostra Associazione, con il Suo intervento, auspica di poter evitare. Qui sotto Le ricopiamo, per Sua comodità, un articolo che abbiamo presentato sull’argomento ad alcuni giornali. Le comunichiamo pure che, sempre sul medesimo argomento, recentemente è stata presentata un’interrogazione parlamentare al Ministro Fazio, che per adesso non ha avuto risposta.
Gradiremo un Suo cortese riscontro e, dichiarandoci disponibili per ulteriori eventuali chiarimenti, La ringraziamo per l’attenzione e Le porgiamo i nostri migliori saluti.
La Presidenza
P.S. Ci è gradita l’occasione per porgerLe le nostre più sentite felicitazioni per il lieto evento appena verificatosi.
MALASANITA’ E MISTERI NELLE RICERCHE
SULLE CELLULE STAMINALI
A Torino c’era una volta …. – anzi, per nostra fortuna, c’è ancora – un cardiologo, il dr. Sebastiano Marra, il quale era talmente appassionato alla sua attività professionale che riuscì a diventare Primario del Reparto di Cardiologia del più importante Ospedale pubblico della città, le Molinette.
Il suo cruccio era che, con le terapie tradizionali, frequentemente i suoi pazienti, colpiti da infarto, non sopravvivevano e, o prima o poi, venivano a mancare.
In conseguenza, desideroso com’era di ricercare ulteriori terapie, che dessero una più alta sopravvivenza, iniziò a studiare le cellule staminali, nuova metodologia di ricerca, allora ai suoi inizi. Creò un gruppo di ricerca, fece le prime sperimentazioni e nel 2003 le applicò per la prima volta ad alcuni suoi pazienti. Il successo andò oltre ad ogni speranza. Tutti i pazienti colpiti da infarto, guarirono in modo tale che poterono riprendere le loro attività sia professionali che sportive.
Diranno i lettori: ma questo sarebbe un caso di malasanità?
Non dobbiamo essere impazienti: adesso arriva la malasanità, che non poteva permettere che tanti esseri umani sopravvivessero.
Nel 2005, dopo che era trascorso un biennio di verifica, il successo delle ricerche divenne pubblico grazie ad ampi servizi che il dr. Marco Accossato, giornalista de LA STAMPA di Torino, pubblicò (LA STAMPA del 28 – 29 ottobre 2005) con interviste sia al dr. Marra sia ai suoi pazienti. Il dr. Marra era così entusiasta dell’esito delle ricerche che, tenendo presente il basso costo delle medesime, auspicava che potessero ampliarsi ad altri settori (cioè non solo al campo cardiologico).
Da allora, non fu possibile contattare sull’argomento né il dr. Marra né il dr. Accossato, che pure proseguono la loro attività professionale sempre rispettivamente alle Molinette ed a LA STAMPA.
Cercai di mettermi in contatto con loro, ma non fu possibile. Le ricerche, intanto, furono interrotte, i pazienti lasciati morire secondo gli scarsi successi delle terapie tradizionali.
Non fu dato di risolvere questo mistero. Come tanti misteri italiani, l’omertà vinse e la nebbia della Val Padana nascose ogni cosa. Cercai di porre il problema al Ministro della Salute ed alla Presidenza del Consiglio, feci proporre un’interrogazione parlamentare, ma finora non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Così pure, altri organi istituzionali, quali la Procura della Repubblica di Torino, ed Associazioni come il Tribunale del Malato e Cittadinanza Attiva. Preciso, al riguardo, che l’interessamento della Procura era dovuto alla possibilità che il comportamento di qualcuno potesse configurare il reato di omicidio plurimo, dato l’alto numero di decessi fra gli infartuati, che ne consegue annualmente.
Tutto questo silenzio ovattato permette di ipotizzare fondatamente che sussistano interessi economici, i quali hanno bloccato questa ricerca e – si può verosimilmente ritenere – pure altre ricerche relative alle cellule staminali, le quali da troppo tempo non giungono a giusta conclusione, permettendo così a Centri esteri non sempre seri di ottenere alti proventi (fino a 100.000 euro per ciascun caso trattato), grazie alla disperazione degli ammalati.
L’Associazione, di cui sono presidente (Associazione Italiana Cellule Staminali – A.I.CE.ST.) si pone gli scopi di contribuire a modificare questa situazione, stimolando le ricerche relative alle cellule staminali e la loro utilizzazione in campo clinico, nonché di dare maggiore visibilità alle stesse, le quali sono tenute volentieri nascoste per motivi ignoti.
Ricordo, al riguardo, due situazioni: nell’una qualcuno mise in campo mediatico la notizia secondo la quale l’unico Centro italiano di Trapianti di cellule staminali si trova a Trieste, mentre io ho potuto precisare che più di cento Centri (escluso il campo neurologico), di cui posso fornire indirizzi ed altri dati, funzionano in Italia; nella seconda una giornalista lamentava che in una regione grande come la Sardegna non funzionasse neppure una Banca per la crioconservazione delle staminali cordonali (cioè tratte dal cordone ombelicale in occasione del parto), mentre la nostra Associazione è in contatto con una Banca per la crioconservazione sita a Cagliari e fondata alcuni anni or sono.
Ciò dimostra che il caso del dr. Marra non è unico quale esempio di ricerche problematiche nel campo delle cellule staminali, ma si inserisce in un contesto gravido di disordine e di scarsa visibilità, la cui gravità è tale che non può non essere voluta da qualcuno, che ha precisi interessi occulti.
Michele Maero
michele@maero.it
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CONFERENZA SUL TEMA: LE CELLULE STAMINALI NELLA TERAPIA DELLE PATOLOGIE DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE
LE CELLULE STAMINALI NELLA TERAPIA DELLE PATOLOGIE DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE
tenuta dal Prof. Adriano CHIO’
Il 31 marzo 2010 il Prof. Adriano Chiò, Direttore del “Centro regionale esperto per la Sla” del dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Torino e collaboratore del nuovo laboratorio di «Cell Therapy» realizzato nel Molecular Biotechnology Center di Torino, ha tenuto una conferenza presso la Sala Darwin del Centro stesso sul tema sopra indicato, tema che è stato, ovviamente, svolto con la consueta competenza e capacità oratoria, anche se si può osservare che, per esigenze di tempo, è stato limitato alla trattazione delle cellule staminali nella terapia delle principali patologie degenerative del sistema nervoso centrale, escludendo così patologie di grande rilevanza sociale, quali l’ictus nelle sue due forme (ischemico ed emorragico).
Si è, inoltre, osservato come, alla domanda relativa al Centro del Prof. Angelo VESCOVI di Milano, che, secondo alcune fonti starebbe per iniziare l’utilizzazione clinica delle staminali per la terapia della SLA, il Prof. Chiò ha fornito l’inverosimile risposta secondo la quale il Centro del Prof. Vescovi non possiede le caratteristiche richieste per ottenere la dovuta autorizzazione dell’A.I.FA. (Agenzia Italiana per il Farmaco).
Pare, infatti, piuttosto anomalo che un ricercatore quale il Prof. Vescovi, di fama internazionale, non ottemperi alle esigenze tecnico-mediche.
Del resto, già in altra sede avevamo rilevato che, alle affermazioni del Prof. Vescovi, il quale si lamentava che l’A.I.FA. ritardava nella concessione delle dovute autorizzazioni, quest’ultima aveva risposto che nei propri uffici non risultava alcuna richiesta in merito (risposta anche questa inverosimile data la professionalità del Prof. Vescovi). Invece, molto più verosimile è la tesi secondo la quale l’A.I.FA. ritarda le dovute autorizzazioni (non solo al Prof. Vescovi) per interessi nascosti, che cercano di opporsi alle cellule staminali.
Ad un’altra domanda relativa ad un Centro dove il dr. Paolo Zamboni di Ferrara ed il dr. Fabrizio Salvi, neurologo di Bologna, curano, senza l’ausilio di staminali, la sclerosi multipla, il Prof. Chiò ha risposto che non si conoscono ancora bene gli esiti di tale terapia, che, invece, risulta incontrare notevole interesse all’estero.
La partecipazione a questa conferenza è stata, comunque, utile per avere la conferma della scarsa conoscenza che ciascun Centro ha di altri, che pure svolgono la propria attività di ricerca nel medesimo settore od in settori collaterali.
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Inviato da: vaiolin1
il 23/12/2008 alle 23:24