STEFANESI RIUNITI

OPERAZIONE ANTIDROGA


E' stata chiamata "Porta Messina" l'operazione condotta all'alba dai Carabinieri della Compagnia di Santo Stefano di Camastra, coadiuvati dal personale del Comando Provinciale di Messina, e supportati da unità del Nucleo Cinofili di Palermo. I militari hanno eseguito 9 ordinanze di custodia cautelare, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Mistretta Sandro Potestio, su richiesta della locale Procura della Repubblica diretta da Luigi Patronaggio, nei confronti di  altrettanti soggetti indagati per il reato di detenzione, acquisto, coltivazione, trasporto e spaccio di sostanze stupefacenti. Nella circostanza, sono state eseguite anche 10 misure cautelari, suddivise fra divieto di dimora nel comune di residenza e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, e sono stati altresì notificati ulteriori 8 avvisi di garanzia nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili di singoli episodi di spaccio di sostanza stupefacente.Inoltre, nel corso delle perquisizioni odierne sono state tratte in arresto in flagranza di reato ulteriori due persone, trovate in possesso di sostanze stupefacenti.I provvedimenti cautelari scaturiscono da una complessa attività investigativa condotta dalla Compagnia Carabinieri di Santo Stefano di Camastra dal mese di settembre 2008 ed iniziata a seguito di alcuni episodi, poi scaturiti in denunce ed arresti, che nei mesi precedenti avevano riguardato diversi soggetti dell’hinterland nebroideo. Tale circostanza permetteva ai militari operanti di attivare un’indagine su un fenomeno di spaccio di droga che si registrava principalmente nella cittadina delle ceramiche e nei comuni limitrofi.All’inizio si poneva l’attenzione su alcuni soggetti ritenuti operativamente interessanti seppure, nella maggior parte dei casi, privi di precedenti penali ed in alcune circostanze addirittura ritenuti dei veri e propri insospettabili. Il monitoraggio dei predetti portava a scoprire l’esistenza di una proficua e invasiva attività di spaccio che, seppure non facesse capo ad una vera e propria organizzazione criminale, era diretta da diversi giovani del luogo che facevano riferimento, in particolar modo, a due canali di approvvigionamento degli stupefacenti, tipo marijuana, hashish, droghe sintetiche ed anche cocaina.  Per quanto attiene la marijuana, il principale fornitore della zona è stato individuato in MIRAGLIA FAGIANO Antonio, già imputato di associazione per delinquere di tipo mafioso nell’ambito dell’Operazione “Barbarossa” e gravitante nella frazione Canneto del Comune di Caronia. Tra l’altro, nel corso delle indagini, il MIRAGLIA FAGIANO è stato tratto in arresto proprio per detenzione e coltivazione di sostanze stupefacenti, venendo rinvenuta nella sua disponibilità una coltivazione di piante di marijuana, diverse delle quali già appositamente essiccate, confezionate e pronte per lo smercio al dettaglio.Altro personaggio di spicco, ritenuto un fornitore, principalmente di cocaina e di hashish, ma in alcune circostanze anche di altri tipi di droghe sintetiche, è stato identificato in FIORENTINO Vincenzo, gravato da numerosi precedenti specifici ed operante nel quartiere di Palermo-Brancaccio, ove si recavano molto spesso gli spacciatori che poi rivendevano lo stupefacente al dettaglio nel circondario nebroideo. Anche il FIORENTINO Vincenzo veniva tratto in arresto nel corso delle indagini dai Carabinieri di Palermo, proprio per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti. E tra l’altro, il suo arresto ha comportato un “dirottamento” degli indagati odierni verso altri fornitori della città di Palermo, i quali venivano di volta in volta individuati senza però che si venisse a creare con loro un vero e proprio rapporto diretto, come invece accadeva in precedenza con il FIORENTINO, che prima di ogni trasferta veniva puntualmente preavvisato.I Carabinieri sono pervenuti agli esiti investigativi che hanno dato luogo alle misure odierne attraverso l’ascolto delle conversazioni intercettate sui telefoni cellulari e sulle automobili di alcuni indagati, ma anche a seguito di una meticolosa, paziente e scrupolosa attività investigativa di tipo tradizionale, con servizi di osservazione e pedinamento che permettevano ai militari di documentare i viaggi di approvvigionamento. Durante le trasferte, infatti, spesso gli indagati evitavano di utilizzare i telefoni cellulari e, addirittura, al fine di non essere localizzati, scollegavano la batteria dal cellulare, ritenendo così di poter eludere i controlli delle forze di polizia. A tal proposito appaiono particolarmente indicativi i termini “sella” per indicare l’hashish, “maglia” per indicare la marijuana e “caffè” per indicare la cocaina, utilizzati dagli indagati per rendere criptiche le loro conversazioni. Un’altra cautela degli indagati per limitare ulteriormente le conversazioni telefoniche e, allo stesso tempo,  per individuare eventuali carabinieri presenti in zona, era quella di darsi direttamente appuntamento a “Porta Messina”, luogo centrale e di concentramento di persone nel paese delle ceramiche di Santo Stefano di Camastra, da cui appunto il nome attribuito all’operazione odierna.Tutto ciò ha reso ancor più difficoltose le attività investigative, anche in relazione alle piccole dimensioni della cittadina, che rendono i carabinieri facilmente individuabili, tanto che spesso gli indagati si avvisavano reciprocamente della presenza degli “sbirri”. Inoltre, per evitare di essere fermati con un quantitativo notevole di stupefacente, gli spacciatori erano soliti prendere “l’ordinativo” presso il belvedere denominato per l’appunto “Porta Messina”, per poi andare a prelevare la droga nei nascondigli (oltre ad alcune abitazioni o garage, sono stati individuati alcuni siti in zone isolate di campagna) e ritornare nella Piazza per consegnarla all’acquirente, ma solo dopo aver avuto la conferma dell’assenza di forze dell’ordine. A riscontro delle attività investigative, nel corso delle indagini, oltre agli arresti sopra indicati, sono stati operati alcuni sequestri di sostanza stupefacente trovata in possesso di acquirenti che, talvolta, provenivano anche dai paesi dell’hinterland.L’attività in oggetto assume particolare rilevanza nel fatto che è andata a colpire, oltre ad alcuni personaggi già noti alle forze dell’ordine e con alle spalle numerosi precedenti penali, alcuni di particolare gravità, un gruppo di ragazzi, sia in qualità di spacciatori che di consumatori, appartenenti a famiglie certamente estranee ad ambienti “a rischio”. Questo a conferma che l’uso delle sostanze stupefacenti non rappresenta un problema limitato alle grandi realtà metropolitane, ma costituisce invece un fenomeno in continua crescita anche in seno alla piccole comunità come Santo Stefano di Camastra, sinora solo sfiorata da tale piaga. Ulteriore elemento rilevato nel corso dell’attività investigativa è l’aumento del numero dei ragazzi più giovani - talvolta addirittura minorenni - dediti all’uso di sostanze stupefacenti, i quali però nel giro di poco tempo passano dalle droghe leggere alle sostanze decisamente più pesanti, come ad esempio la cocaina, il cui prezzo al dettaglio è attualmente più accessibile anche ai più giovani.  L’operazione dei Carabinieri, effettuata con l’impiego di circa 90 militari del Comando Provinciale di Messina e con l’ausilio di unità del Nucleo Cinofili di Palermo Villagrazia (PA) con cani addestrati all’individuazione di droga e di armi, si è svolta non solo nel circondario dei comuni nebroidei, ma anche in provincia di Palermo ed a Milano, dove è stato tra l’altro notificato un provvedimento presso la Casa Circondariale di San Vittore.Fonte: AMnotizie.itData: 17.09.2009Link: AM