BALLAQ & STEVE

LA BELLEZZA DI TONY SERVILLO


Ieri sera ho sbadigliato come avessi bevuto quattro camomille, davanti alla "Grande Bellezza" di Paolo Sorrentino. Dopo un'ora la noia mi ha distrutto, ho continuato a guardare il film, imperterrito, ma alle 23.00 sono stramazzato al suolo in preda ad una rottura di coglioni tale che neppure la "Corazzata Pothionkin" a suo tempo era riuscita nell'impresa. Che dire della "cartolina" di Roma, poco o nulla visto che la conosciamo talmente bene che non ci voleva Sorrentino a riproporci i soliti squarci con sole a picco o al tramonto, lode alla fotografia, ma ci aspettavamo un film non un album fotografico. Perchè, signori, ancora adesso mi chiedo se era un film o la brutta copia della Roma mollacciona, vitellona, godereccia di Fellini. Già il grande Federico c'aveva sguazzato in questa "urbe" coi film "Roma" e " La dolce vita" e non ci aspettavamo un'ulteriore film capitolino. Un'accozzaglia di attori in cerca di conferme, di sconosciuti orribilmente truccati, di sigarette tracannate, di mollezze studiate ma poco vissute, di salotti di marzottiana memoria, insomma un quadro naif, ricco di colori, ma dall'anima vuota. Naturalmente gli americani lo hanno votato perchè ci riconoscono in questo modo d'inventarci la vita, pure la Giulia Roberts è venuta a Roma per mettere su qualche chiletto con suo pessimo "Prega, mangia, ama" la parte mangereccia guarda un pò era tra le vie di trastevere, untuose di sugo e condite da schiamazzi. Grazie, Hollywood, per la statuetta che i francesi hanno ingoiato malissimo perchè consci che la "Grande Schifezza" non meritava tanto prestigio. Unico divo Tony Servillo, grande tra tante figurine, da solo in grado di farci capire la vera Roma.