CIBO PER CANI

IL MURATORE


Mi avevano mandato su ,su in alto “Cazzo!” da qua riuscivo a scorgere paesi distanti 50 km . faceva un freddo cane e tirava una bava che la Bora di Trieste a confronto  era una brezza leggera. “Ma che ci facevo io qua su, sulla torre campanaria del paese,a 150 mt d’altezza?”L’impresario era giù ,in mezzo alla strada che fumava e parlava con il mastro muratore,ad un certo punto alzò gli occhi verso di me,mi vide ,si portò il megafono alla bocca.“Bortoluzzi ....Bortoluzzi!! Lo guardavo ,ma ero io Bortoluzzi,avevo il cervello indurito dal freddo,feci  cenno che ero presente.“Bortoluzzi testa di cazzo che non sei altro mettiti subito  il casco di sicurezza. Hai intenzione di farmi andare in galera?” gridò cosi forte che si voltarono tutte le persone che in quel momento erano in piazza.quel idiota di impresario,ma perchè m’aveva mandato  qua sopra non poteva mettere un altro muratore,magari uno con più esperienza od uno vicino alla pensione,io non ne sapevo niente di tetti,muratura, malta, coperture ,fino ad un mese prima tagliavo prosciutti e formaggi al banco della Coop “maledetti comunisti di merda” Licenziato per esubero,che cazzo voleva dire licenziato per esubero?Troppo simpatico,forse? Magari!  Avevano dato la precedenza a chi aveva famiglia ,io ero solo e quindi potevo benissimo rimanere senza lavoro. Secondo lo stato,ed i sindacati uno da solo se la cava sempre, le cose diventano difficili quando ti sposi ed hai dei figli .Io potevo anche andare a rubare, non occorreva che avessi un lavoro. Grazie  ad un “Passa parola “partito dal cugino di mio cognato che conosceva il nipote del farmacista che faceva il muratore ,ero qui assunto a tempo determinato sopra la torre campanaria del paese a mettere a posto non so cosa .Giordano l’altro muratore mandato su come sapeva il fatto suo lui mi ordinava di passagli il materiale ed io eseguivo tra una tirata di sigaretta ed una scoreggia .In 10 giorni m’ero imbruttito peggio di una bestia a stare assieme a questa categoria. Le qualita’ peggiori le imparavo durante il pranzo quando eravamo tutti assieme stipati ad unico tavolo di una trattoria che aveva un tanfo di fritto e sudore da farti venire il voltastomaco appena entravi . Bevavamo vino rancido travasato da altre bottiglie avanzate che l’oste ci metteva sul tavolo fingendo che l’aveva appena stappato .l’intercalare era la bestemmia anche per chiedere al compagno che passasse il pane. chili di pasta,pasta al pomodoro o al ragù ,pasta fumante piena di olio ci buttavamo a testa bassa su quei piatti di pasta le dita delle mani piene di tagli e calli con la pelle bruciata dal ferro degli utensili che tutto il giorno utilizzavamo aggrovigliavano gli spaghetti attorno alle forchette . In quei pranzi non si parlava d’altro che di calcio e figa ,tanta figa. Tutti che scopavano la moglie tutte le sere ,e non una volta ,ma 2,3,4.sempre con il cazzo duro ,passava la cameriera per pulirci il tavolo e giù commenti su di lei.” Io gli fare questo ,io invece non le darei neanche il tempo di posare i piatti me la scoperei così,in piedi....”Ero distrutto non ce la facevo più in quei 10 giorni avevo perso l’anima per quanto mi lavassi non riuscivo mai a pulirmi mi sentivo sporco ,sporco come si sente una donna stuprata.la vita mi aveva fottuto o forse m’ero fottuto da solo,maledetto il giorno che avevo lasciato la scuola,maledetta quella volta che non ho seguito Camillo in Australia ,maledetto di aver detto di no a Betti oggi sarei con suo padre a vendere viti e bulloni lei sarebbe a casa a preparare il pranzo dei nostri figli.Ma chi cazzo voleva figliare con quella la? era brutta ,brutta ,brutta .Brutta e stupida.La campana della torre rintoccò ,mi fece sussultare,scivolai in avanti con il piede destro ,Giordano mi tese la mano che avverai ma si tolse il guanto ,il mio corpo era tutto sbilanciato in dietro ,resistetti per un attimo il tempo di vedere Giordano che cercava di prendermi. troppo tardi ,un attimo dopo stavo precipitando ,giù giù, vedevo l’impresario che gridava al megafono qualcosa di in comprensibile. cadevo a testa in giù una caduta inarrestabile ormai vedevo l’asfalto quando sentii tirarmi da dietro ,qualcosa mi aveva preso per il collo della tuta mi rimise in piedi e così invece di cadere con un tonfo appoggiai delicatamente i piedi per terra.”Oplà” feci un piccolo saltino. L’impresario arrivò urlando con il megafono ,neanche quando mi fu davanti se lo tolse“Ti sei fatto male?”Gridò“No, sto bene “ Risposi guardandomi e toccandomi “ Tutto a posto ,tutto intero”“ Bene” Continuò “ Vai a prendere le tue cose,sei licenziato!”Sorrisi, accondiscendendo con la testa ,ero felice e non per essere ancora vivo,ma perchè per me c’era un’altra occasione ,non sapevo dove e quando,ma ne ero sicuro, avrei avuto un’altraoccasione.Sila