Creato da studiodionisi.genova il 26/06/2009
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LAMPADINE A BASSO CONSUMO

Post n°5 pubblicato il 03 Luglio 2009 da studiodionisi.genova
 
Foto di studiodionisi.genova

LAMPADINE A BASSO CONSUMO

Le lampadine a basso consumo sono state commercializzate in larga scala intorno alla fine degli anni ’80.
Le lampadine a basso consumo sono costituite da un contenitore esterno in vetro riempito con un gas inerte che si irradia mediante il passaggio di corrente. Le radiazioni emesse dal gas vengono mutate in luce visibile quando giungono a contatto con un strato sottile interno del contenitore composto con materiale fluorescente. È presente nell’attacco della lampada un trasformatore.
Praticamente sono piccoli “tubi al neon”.
I primi modelli di lampade a basso consumo, avevano l'handicap di impiegare un certo tempo prima di raggiungere la massima emissione di luce circa 2 minuti), i modelli attuali invece raggiungono il massimo rendimento in pochi secondi. Pertanto se prima non erano utilizzabili in applicazioni ove si rendeva necessaria una immediata illuminazione, oggi sono fruibili per tutte le applicazioni.

Il vantaggio dell’utilizzo di tali lampade è un ridotto consumo energetico a parità di luce emessa. Le normali lampadine ad incandescenza hanno un rendimento di solo il 10% (il rimanente 90% è calore), mentre quelle a basso consumo anno un rendimento altissimo e praticamente non emanano calore.
Ad esempio una normale lampadina ad incandescenza da 100 W è equivalente ad una lamapadina a basso consumo sa 20 W, quindi si andrà a consumare solo 1/5 di energia per ottenere la stessa illuminazione con un risparmio sulla bolletta ma sopratutto un risparmio di energia e quindi di CO2 emessa nell’atmosfera.

Purtroppo esistono alcuni svantaggi in tali lampadine.
-la maggior parte di quelle in commercio emettono luce fredda che può affaticare la vista;
-la durata (indicata generalmente in 8000/10000 ore) è fortemente condizionata dal numero di accensioni, ossia la durata indicata dai produttori si riferisce a lampade sempre accese. Le accensioni continue riducono sensibilmente la durata;
-il costo iniziale è più elevato delle tradizionali, ma nel giro di pochi mesi si riesce ad ammortizzare la spesa;
-l’accensione non è immediata ma trascorre un po’ ti tempo prima della resa luminosa definitiva; in commercio esistono lampadine con accensione immediata, ma la luminosità iniziale è data da una lampadina alogena incorporata che si spegna automaticamente alla resa luminosa definitiva.

Esistono alcune problematiche relative alle lampadine a basso consumo da non sottovalutare.
Queste lampadine emettono radiazioni elettromagnetiche (come tutti i classici tubi al neon) che possono raggiungere una distanza di circa un metro. Pertanto non sono consigliate per illuminare scrivanie, comodini delle camere da letto, e tutte le zone dove la lampade restano nelle immediate vicinanze di persone.
Le lampadine contengono al loro interno mercurio, in una quantità da circa 3 a 5 grammi. Considerato che il mercurio è stato riconosciuto tossico bisogna prestare la massima attenzione a non romperle ed a smaltirle come rifiuto tossico nocivo.
Altresì emettono radiazioni UV-B, e tracce di radiazioni UV-C che sono dannose per la pelle e gli occhi. Alcune lampade sono munite di un guscio protettivo che trattiene all’interno tali radiazioni, ma molti tipi sono sprovvisti di pale guscio.

L’Europa ha approvato una proposta di regolamento per eliminare dal commercio le lampadine tradizionali ad incandescenza entro la fine del 2012 . Ci sarà una rottamazione ed incentivi per il cambio delle lampadine? Vedremo!

 
 
 

PANNELLI SOLARI TERMICI

Post n°4 pubblicato il 01 Luglio 2009 da studiodionisi.genova
 
Foto di studiodionisi.genova

Con i pannelli solari è possibile riscaldare l’acqua, per uso sanitario o riscaldamento, sfruttando l’energia solare.
Il sistema normalmente utilizza elettricità per far circolare il fluido, può essere munito di un serbatoio di accumulo.
Il sistema può essere  utilizzato per riscaldare l’acqua per uso abitazione o industriale. In questo caso si può arrivare ad un risparmio energetico del 85%, in zone particolarmente soleggiate.
Il sistema può essere altresì utilizzato per il riscaldamento delle abitazioni. In questo caso l’energia prodotta integra, preriscaldando l’acqua, l’energia necessaria per il riscaldamento. In zone con un apporto solare elevato si può raggiungere un livello di risparmio energetico di circa il 40/50%.

Tipologie di pannelli solari termici
I pannelli solari termici sono di due tipologie principali: di tipo con collettori piani e di tipo con collettori sottovuoto.
I pannelli con collettori piani sono composti da una superficie superiore vetrata, un’intercapedine, una serie di assorbitori dentro i quali scorre il liquido, uno strato di isolante termico inferiore.
I pannelli solari con connettori sotto vuoto sono costituiti da tubi in vetro al cui interno esiste un altro tubo in vetro nel quale scorre il fluido vettore. Tra i due tubi viene creato il vuoto.
Tra le due tipologie quella con tubi sottovuoto risulta la più efficiente. Innanzitutto il vuoto non ostacola il passaggio di energia (una intercapedine con aria risulta isolante), nonché il fatto della superficie curva permette di sfruttare al meglio l’incidenza dei raggi solari anche quando il sole risulta basso sull’orizzonte.

In merito ai costi d’acquisto la tipologia di pannelli sottovuoto risulta più cara dell’altra.

 
 
 

Pannelli fotovoltaici

Post n°3 pubblicato il 29 Giugno 2009 da studiodionisi.genova
 
Foto di studiodionisi.genova

 

PANNELLI FOTOVOLTAICI

Il principio di funzionamento dei pannelli fotovoltaici si basa su specifiche proprietà di alcuni semiconduttori che a basse temperature sono isolanti mentre se viene fornito un appropriato apporto energetico liberano le cariche e diventano conduttori.

I moduli sono realizzati con: 
-silicio monocristallino altamente puro ottenuti (molto onerosi ma con caratteristiche stabili nel tempo e rendimento massimi); silicio policristallino (più economici ma con rendimenti inferiori); silicio amorfo depositato in  sottili depositi di vapori di silicio su un substrato di vetro o altro materiale (poco costosi e con prestazioni molto inferiori rispetto alle altre tipologie.

Nel reticolo cristallino del semiconduttore vengono inseriti atomi droganti così si formano o lacune (semiconduttore tipo P) o elettroni liberi (semiconduttore tipo N). Il potenziale elettrico che si stabilisce alla giunzione P-N forma un campo elettrico quindi una corrente che se applicata ad un carico gli fornisce una differenza di potenziale. Su questo principio si basa la cella fotovoltaica.

I pannelli fotovoltaici sono costituiti da celle collegate in serie o in parallelo, ed ogni cella ha dimensioni di circa 100 cm2. Normalmente un modulo è formato da 34-36 celle in serie.
Tenuto conto che solo le radiazioni aventi lunghezza d’onda di 1,1 mm contribuiscono a liberare le cariche e che la radiazione solare è formata soltanto per il 75% da radiazioni aventi tale lunghezza d’onda il rendimento teorico massimo risulta pari al 30% dell’energia complessiva. 
Il rendimento teorico massimo stimato risulta essere il 30%, ma attualmente il rendimento massimo effettivamente ottenibile è del 18%. Si suppone di raggiungere il 25%  di rendimento effettivo in seguito a miglioramenti tecnologici.

I primi i pannelli fotovoltaici erano unicamente collegati a batterie e staccati dalle rete principale elettrica, ad oggi, tramite l’utilizzo di apparecchiature inverter, i pannelli producono corrente direttamente immettibile sulla rete elettrica principale (220 V).
L’eventuale energia in surplus viene ceduta alla rete nazionale, Tale energia viene regolarmente pagata dal gestore nazionale.

Prima dell’acquisto bisogna valutare i tempi di rientro dell’investimento, che ad oggi si aggirano intorno a otto anni.

 

 

 

 

 
 
 

Certificato energetico in Liguria

Post n°2 pubblicato il 26 Giugno 2009 da studiodionisi.genova
 
Foto di studiodionisi.genova

QUANDO IL CERTIFICATO ENERGETICO IN LIGURIA

Il Certificato Energetico dell’edificio, o del singolo immobile, è obbligatorio in caso di vendita a titolo oneroso o della locazione di un immobile.
In caso di nuova costruzione il certificato dovrà essere prodotto contestualmente alla consegna dell’immobile.
Il certificato deve essere allegato al rogito notarile o al contratto di locazione.
La produzione del certificato è a cura esclusiva del venditore in caso di vendita, o del proprietario dell’immobile in caso di locazione.
Il certificato energetico ha una durata di 10 anni. Allo scadere dovrà essere rifatto.
Si rende necessario rifare il certificato in caso di modifiche nel fabbricato, o nell’immobile, relativamente a:
- coibentazione di pareti, soffitti, tetti, ecc.;
- nuovi impianti termici, o sostituzione di parti di essi;
- nuovi impianti di climatizzazione, o sostituzione di parti di essi;
- nuovi impianti per la produzione di acqua calda sanitaria, o sostituzione dei generatori;
- nuovi serramenti (finestre, tapparelle coibentate, ecc.);
- ogni qualvolta si intervenga su parti che possano modificare i parametri di calcolo.
Tra i vari parametri di calcolo si nota, curiosamente, il colore delle tende. A termini di legge si dovrebbe rifare il certificato ogni qualvolta si sostituiscono le tende con altre più chiare o più scure.
In Liguria l’ultima scadenza è stata l’8 maggio 2009. Pertanto ad oggi sussiste l’obbligo del certificato su tutti gli immobili nel territorio ligure.

 
 
 

Certificato energetico

Post n°1 pubblicato il 26 Giugno 2009 da studiodionisi.genova
 
Foto di studiodionisi.genova

COS’E’ IL CERTIFICATO ENERGETICO

Con l’entrata in vigore delle agevolazioni del 55 % (finanziaria 2007) per la riduzione dei consumi energetici è entrato nel nostro vocabolario il “certificato energetico".
Vediamo di capire un po’ di cosa si tratta.

Il “certificato energetico” è un documento che assegna una classe energetica all’edificio, o singolo immobile,  valutando i consumi di energia per il riscaldamento o raffrescamento.
Le classi vanno dalla A+ sino alla G. Partendo dalla classe A+ più si scende più è elevato il consumo d’energia necessaria alla climatizzazione.

Ad oggi il certificato deve rispettare specifici parametri solo nelle nuove costruzioni, mentre nelle costruzioni esistenti non impone obblighi se non in caso di ristrutturazione. 

Certamente, entrato a pieno regime ed a conoscenza di tutti, potrà influenzare il prezzo di un immobile. A parità di costo, e di piacimento, indubbiamente verrà preferito un immobile con una classe energetica più favorevole.
Nel certificato sono indicati anche le emissioni nell’atmosfera di anidride carbonica (CO2) prodotta per l’ottenimento dell’energia.

Il certificato deve essere unicamente redatto da Tecnici abilitati ed iscritti in appositi albi regionali.

Il certificato energetico può essere paragonato, semplificando, alla targhetta che siamo già abituati a vedere attaccata agli elettrodomestici. Dovremo abituarci a vedere la targhetta anche “appiccicata” ai vari immobili.

 
 
 
 
 

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