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UN TERRIBILE ODORE DI MORTE


LETTERAQUANTO MALE FA RESPIRARE IL LEZZO CADAVERALE?Salve mi chiamo Isacco, mi interesserebbe qualche informazione se lei può aiutarmi. Io lavoro vicino ad un macello che emana un terribile odore di morte parecchie volte al giorno. Vorrei sapere che tipo di problemi può comportare la respirazione di questa maledetta aria malsana.Grazie per la sua attenzione. Saluti.Isacco*****RISPOSTASOFFERENZA ED AGONIA OLTRE CHE MIASMA BIOLOGICOCiao Isacco, non sono in grado di darti la composizione chimica dei miasmi che provengono dai macelli. So dirti però quanto offensiva e ripugnante sia il respirare anche per un solo attimo quell’aria impregnata di sofferenza ed agonia. Da piccolo l’ho sperimentata più volte, a livello visivo e respiratorio. Per capire cosa significhi l’esecuzione di un bambinone innocente come un torello o una mucca, occorre, almeno una volta nella vita, assistere a tali agghiaccianti scene. Ci ero abbonato da bambino. Ma non mi abituavo ad accettare questi maledetti soprusi. Ogni sgozzamento colpiva l’animale ed anche la mia anima. Ogni nuova coltellata faceva male più della precedente.SCENE APOCALITTICHE CHE SI RIPETONO AL RITMO DI 7000 VITTIME AL SECONDORicordo pure di averne subito un drammatico revival quando mi venne commissionato un articolo per il Messaggero Veneto sul macello di Udine. Sono passati 45 anni da allora, ma ce li ho ancora nel cuore e nella mente quei poveri esseri massacrati sotto i miei occhi. Uno spiazzo esecutorio in zona centrale, celato da un muro dove giravano i coltellacci, e decine di animali impazziti di paura che correvano intorno alle reti di recinzione, cercando invano di sfondarle e di fuggire da quel luogo infernale. Fronte ed occhi imbrattati di sangue, per le ferite riportate contro la rete. Pianti, urla, muggii disperanti. Scene apocalittiche a completare il fetore degli animali appena sventrati.PASTI FUNEREI SENZA SEGNI DI CROCE, SENZA BARE E SENZA ONORANZECose che non dimentico. Al punto che ancora oggi cambio marciapiede di fronte ad una salumeria. Quello che ahimè più sbalordisce, è la disinvoltura con cui certa gente continua a seppellire salme e morti sbrindellati dentro di sé, trasformando la propria bocca in un cancello di camposanto e il proprio intestino in una fossa comune.EMISSIONI ANGOSCIANTI CHE BLOCCANO IL RESPIROGià l’aria circostante il macello, di per sé, è come una gran botta sul torace, che si propaga al cervello con le vibrazioni di un perforatore pneumatico. Qualcosa di intenso e di insopportabile. C’è dentro non solo l’acre odore del sangue, versato a ettolitri dagli esseri sgozzati di recente, ma anche la puzza di topo morto causata dalle frattaglie miste a urine ed escrementi, che vanno ad intasare i canali di scolo finendo in putrefazione. Non è un discorso retorico ed esagerato. Le mucche sentono questo odore di sangue a chilometri di distanza e ne sono inorridite e spaventate al pari di noi.MARTIRIO PRIVO DI GIUSTIFICAZIONIMa quello che fa più male di tutto è la parte spirituale, le immagini, le voci e gli echi dei pianti e delle urla disperanti di queste bestiole costrette dalla perfida follia umana a un martirio per loro incomprensibile, imprevisto ed ingiustificato. L’animale attaccato dal leone è sicuramente spaventato, ma almeno se lo trova alle calcagna e corre, cerca di difendersi, comprende di trovarsi di fronte a una belva affamata. Con l’uomo non è così. Qui si ritrova ad affrontare il falso ed ipocrita amico bipede che ieri gli dava il fieno e oggi diventa il suo implacabile aguzzino.ANCHE GLI ANIMALI HANNO IL LORO ECTOPLASMA E I LORO FANTASMIUno spavento, un orrore e un dramma psicofisico decuplicato che finisce stampigliato nel terreno, nei muri, sui tetti e negli alberi circostanti, tutti impregnati all’inverosimile di tali tossine mortali. Animali abbattuti, aure impazzite e prive di padrone, anime che si rigirano incredule nei paraggi. Una sofferenza che non viene attutita dal vento e dalla pioggia, e nemmeno dal profumo delle robinie e dei glicini.ARIA DI FESTA, ANZICHE’ ARIA DI MORTEPensa un po’ che nella ridente cittadina friulana di San Daniele, la festa annuale del prosciutto porta il nome di “Aria di Festa”, anziché di quello di “Aria di Morte”, e ogni anno chiamano le dive più belle e sexy d’Italia come matrine della manifestazione, pronte a farsi riprendere sorridenti con tanto di gamba di maiale affettata tra i denti. Il cimitero in bocca per una manciata di banconote. Reali prostitute e maestre di cattivo gusto più che artiste e dive dello spettacolo.LA MIGLIOR COSA E’ FARSI TRASFERIREVuoi un consiglio? Chiedi al più presto trasferimento da tale sinistra località. Già è pesante trascorrere un’intera giornata su un qualsiasi posto di lavoro. Doverci anche sopportare l’aria del macello vicino mi pare un tormento aggiuntivo che nemmeno un aumento di stipendio giustificherebbe.Valdo Vaccaro