SURGERY

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 Aria compressa nelle orecchie, non sento più nulla.Capisco quello che mi urli in faccia dal labiale.    Sposto il piatto pieno, i gomiti ben piantati sulla tovaglia antica, prendo e nascondo la testa tra le braccia. Le mani a coprire gli occhi. Mi bagno. Nessuno vede.   E ripartono i rumori. Assordanti. Credo di impazzire.Detesto la tua bocca. Il rumore di denti, lingue, mani e succhi gastrici che si accaniscono sul cibo. Mani unte.   E penso al tuo corpo. Lo isolo.Lo seziono. Senza guanti, perchè il brivido maggiore me lo da il tuo sangue tiepido sui polpastrelli. Ti porto sotto le unghie, particelle di te tra la montatura e la pietra viola.Viola passione.   Penso a questo mentre premo forte le dita sulle palpebre chiuse.Io spingo e piango. Tu non mi vedi.   Mi basta un dolore qualsiasi sul quale adagiarmi e farmi portare via. Fuori di qui.   Un dolore scintilla che mi accenda il meccanismo consueto.Altalena del piacere, ondeggio.   Funziona. Funziona sempre.