VILLAGGI.

Playlist therapy


Improvvisamente, da due giorni, Sally si sentiva legata. Aveva passato quasi due anni a cercare di mantenere un sano distacco. Si era impegnata a fondo nel ripetersi che il Signor Tempo cambia troppe volte le carte in tavola e che per questo non ci si può fidare di Lui. Si era allenata a vivere bastando a se stessa, in ogni situazione, pensando alla solitudine come all'essenza stessa dello stare al mondo. Non che nulla della sua filosofia di vita fosse cambiato, e per la verità  continuava a non sentire il bisogno di vivere una vita a due nè a tre nè a quattro. Ma qualcosa si era spezzato, come una diga di un fiume di sangue, nel momento stesso in cui lui l'aveva guardata negli occhi mentre lei si toccava. O forse aveva a che fare con certe cose che si erano confessati. O forse era stato come lui l'aveva ascoltata la sera a cena da Baffetto. O forse erano le strade del centro di Roma. O forse improvvisamente aveva incominciato a sentirsi a suo agio nel guardare il mondo attraverso quegli occhi un pò abruzzesi, un pò polacchi, un pò di Yonkers e un pò di Piazza Bologna. Forse aveva a che fare con le loro maledette playlist.Forse, da due giorni, sentiva semplicemente che era il caso di vivere. Ma non sapeva perchè, aveva anche la sensazione di essere arrivata troppo tardi a questa conclusione. Forse era solo arrivato il momento del fatidico "mò sò cazzi". Fatto sta che si era scoperta molto nervosa per non essere tra le prime in classifica delle magnifiche venti.