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« Storie di ordinario inquinamento | Cianuro ... un pò di chiarezza » |
Questa volta si tratta di sali di cianuro ....
Possibile che si usino parole tragiche come "massiccia presenza di di cianuri", "disastro ambientale" e parole tranquilizzanti come "sventato" e "contromisure del caso" ?
Sarebbe opportuno indagare sui risvolti della vicenda. Quali sono queste contromisure ? I "cianuri" che ora sono stati presumibilmente bloccati in passato non c'erano ? Questa galvanica ha iniziato solo ora a fare la biricchina ?
Dal Gazzettino del 07/03/2007
Cianuri e metalli nel depuratore Disastro sventato
TEZZE - A Tezze sventato un ulteriore disastro ambientale, questa volta dovuto non al cromo, ma a una massiccia presenza di cianuri derivanti da una galvanica del comprensorio bassanese. I tecnici che lavorano al depuratore consortile che si trova in viale Brenta sono riusciti ad intervenire in tempo reale e ad adottare le contromisure del caso.
Anche il Giornale di Vicenza parla del problema "Sventato", con qualche particolare in più.
Cianuri e metalli pesanti nella rete del depuratore
Oltre a erogare con continuità acqua potabile, raccogliere e depurare le acque reflue ed assicurare il corretto trattamento dei rifiuti, l’Etra è anche garante verso i cittadini della tutela dell'ambiente.
Assieme all'Arpav, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Veneto, l’Etra ha appena risolto un caso dai contorni strani, al termine di un'indagine che porterà il colpevole a rispondere davanti all’autorità.
Tutto è iniziato con un'analisi nel depuratore di Tezze che aveva fatto riscontrare valori anomali di cianuri e metalli pesanti: sostanze altamente tossiche, non compatibili con le autorizzazioni rilasciate dall’Etra per lo scarico nelle fognature che confluiscono in questo impianto.
Si è concordato d’iniziare subito prelievi mirati e accurate analisi: si sono così individuate le condotte dalle quali provenivano gli scarichi abusivi e inquinanti. Risalendo a ritroso lungo la rete, è stato possibile smascherare il responsabile.
Grazie al tempestivo intervento, nessuna grave conseguenza negativa si è verificata per le acque del fiume Brenta.
L’Arpav ora avvierà la procedura affinché le autorità competenti prendano provvedimenti nei confronti dell'inquinatore.
In un territorio già molto sensibile ai pericoli d’inquinamento aziendale, la collaborazione fra l’Etra e l’Arpav ha permesso di disinnescare una potenziale bomba ecologica.
«Il rigore dell’Etra - osserva il presidente Stefano Svegliado - nell'accettare in fognatura solamente reflui compatibili con le capacità depurative dell'impianto, assieme all'utilizzo di strumentazioni di alto livello che offrono analisi in tempo reale e inviano allarmi al personale reperibile 24 ore al giorno, ha consentito di trovare chi non rispetta le regole e di bloccare tempestivamente un'infrazione che avrebbe potuto trasformarsi in grave danno ambientale».
DENUNCIA AFOSSAMENTO DEL PROCESSO SUI MORTI
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