nella foto: IL QUARTO STATO 1901opera di Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868-1907)tec.: olio su tela - cm. 293×545 Museo del Novecento, MilanoOpera, di dichiarato stile verista e simbolista, emblema della lotta operaia è un manifesto della società del XX secolo. Racconta lo sciopero dei lavoratori, la protesta universale e l’affermazione del proletariato, conscia dei propri diritti nei confronti della società industriale e borghese.Rappresenta l’avanzare di lavoratori, simbolo di una nuova classe sociale.In P.P. due uomini ed una donna con un bambino in braccio avanzano con passo sicuro e aprono il fronte ai loro compagni, un gruppo fitto di contadini, non caratterizzati con gli attrezzi agricoli e con le mani libere e pulite.Gli scioperanti appaiono composti, nessun gesto offensivo o violento, solo dignità e fiducia.L'artista abolisce nella narrazione sia la miseria, sia l‘ esaltazione.Intende, mettere in risalto le conquiste che i veri lavoratori, uomini e donne, facevano nelmondo.Nessuna scenografia o paesaggio, nessun barocchismo.L'artista tendeva all’essenzialità.Dedicò l'opera alla riscossa delle persone oneste.Ai loro diritti umani.Alla loro dignità.Alla loro libertà.L'opera, da sempre e ancor di più oggi, è un invito alla rivalutazione dei valori umaninell'unità sociale e familiare in un tempo di disgregazione e falsi moralismiin cui è sempre più spesso messo da parte il rispetto verso l'altro,verso gli ultimi, verso gli indifesi.S. Pepe
Festa del lavoro ...o Festa dei lavoratori ...onesti!!!
nella foto: IL QUARTO STATO 1901opera di Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868-1907)tec.: olio su tela - cm. 293×545 Museo del Novecento, MilanoOpera, di dichiarato stile verista e simbolista, emblema della lotta operaia è un manifesto della società del XX secolo. Racconta lo sciopero dei lavoratori, la protesta universale e l’affermazione del proletariato, conscia dei propri diritti nei confronti della società industriale e borghese.Rappresenta l’avanzare di lavoratori, simbolo di una nuova classe sociale.In P.P. due uomini ed una donna con un bambino in braccio avanzano con passo sicuro e aprono il fronte ai loro compagni, un gruppo fitto di contadini, non caratterizzati con gli attrezzi agricoli e con le mani libere e pulite.Gli scioperanti appaiono composti, nessun gesto offensivo o violento, solo dignità e fiducia.L'artista abolisce nella narrazione sia la miseria, sia l‘ esaltazione.Intende, mettere in risalto le conquiste che i veri lavoratori, uomini e donne, facevano nelmondo.Nessuna scenografia o paesaggio, nessun barocchismo.L'artista tendeva all’essenzialità.Dedicò l'opera alla riscossa delle persone oneste.Ai loro diritti umani.Alla loro dignità.Alla loro libertà.L'opera, da sempre e ancor di più oggi, è un invito alla rivalutazione dei valori umaninell'unità sociale e familiare in un tempo di disgregazione e falsi moralismiin cui è sempre più spesso messo da parte il rispetto verso l'altro,verso gli ultimi, verso gli indifesi.S. Pepe