Samarqand

Post N° 18


"A Buenos Aires lo Zahir è una moneta comune, da venti centesimi; graffi di coltello o di temperino ta­gliano le lettere NT e il numero due; 1929 è la data incisa sul rovescio. (A Guzerat, alla fine del secolo XVIII, fu Zahir una tigre; in Giava, un cieco della moschea di Surakarta, che fu lapidato dai fedeli; in Persia, un astrolabio che Nadir Shah fece gettare in mare; nelle prigioni del Mahdi, intorno al 1892, una piccola bussola avvolta in un brandello di turbante, che Rudolf Cari von Slatin toccò; nella moschea di Cordova, secondo Zotenberg, una vena nel marmo di uno dei milleduecento pilastri; nel ghetto di Tetuàn, il fondo di un pozzo.) Oggi è il tredici di novembre; il giorno sette di giugno, all'alba, lo Zahir giunse alle mie mani; non sono più quello che ero allora, ma ancora mi è dato ricordare, e forse narrare, l'accaduto. Ancora, seppure parzialmente, sono Borges."Un pensiero, uno solo...Fissa ed immutabile la sua immagine nella mia mente, ineluttabile ed imprescindibile  come la marea, una e molteplice al contempo, non placano la mia ansia ne' il sonno ne' distrazione alcuna,ed i piaceri vaghi del Mondo Visibile non alleviano il dolore del non-ancora-raggiunto, il tremito della mia anima non ha e non può avere tregua. Eppure sono vivo...in funzione di...