Samarqand

VERBA MANENT?


Ogni volta che impatto con la comunicazione mediatica (intesa in senso lato) mi coglie una sgradevole sensazione. La mattina, nel semplice gesto di scorrere i titoli di testa di qualsiasi quotidiano di qualsivoglia colore politico;  ogni volta che metto la radio su on; tutte quelle (rarissime) volte che mi appropinquo a quella multiforme e nullapensante scatola radioattiva che è la televisione. La sensazione è quella del mezzo che supera (e pregiudica) il fine, quella di un Frankestein che si ribella al suo padrone. Quanto i media rappresentino nel mantenimento dell'ordine e della disciplina, con il loro totale asservimento ed il loro mostrare sempre e solo la faccia "buona" del potere è risaputo; tra i grandi studiosi di comunicazione e sociologia mediatica fu Goebbels, più di sessantanni fa, colui che proclamava che "qualsiasi bugia, se ripetuta frequentemente, diverrà gradualmente verità"; ma ovviamente, grazie al nostro vantato pro-re-gresso, siamo andati ben oltre. Dalle radio del popolo naziste collocate in luoghi di pubblica frequentazione atte a produrre discussione ed aiutare così anche ad identificare i nemici dell'ordine siamo passati ai box interattivi del popolo, ai programmi del popolo (con tanto di trenino e torte in faccia), al gossip del popolo, alle storie d'amore del popolo,  il tutto fruito, (mal)digerito e consumato nella quiete delle proprie mura domestiche. Ed eremiticamente metabolizzato. Senza alcuna via di evacuazione corporea. Nanoparticelle tumorali si addentrano nella nostra corteccia. E lì si fermano, ristagnano, si riproducono.La parola. La parola. La parola. La parola. La parola. La parola.IL concetto di società dell'immagine è ormai desueto, l'Uomo Moderno non chiede tracce per il proprio passare, vuole tutto e lo vuole subito, vuole impressionare, colpire il centro, impattare alla grande, e poi eventualmente essere dimenticato, stella cadente in un cielo brillante, e del resto verba volant, scripta (et imago) manent. Imporre questo ritmo alla carta stampata deve essere stato per l'Uomo Moderno il compito più difficile; ma nulla è impossibile per l'Uomo Volente e Volenteroso. E così ti capita di assistere ad un intervista e trovare poi virgolettata su un giornale una frase mai detta, o tagliata e ricomposta come un involtino mal riuscito. Ma non importa. All'ascoltatore-lettore-osservatore moderno non importa. Puoi farti narrare dal TG (il  numero non lo metto, scegliete voi) dell'incontro del Papa con gli inviati dei 22 Paesi a maggioranza musulmana e trovarvi descritto, dopo i rituali accenni ai doverosi scappellamenti e proskynesis varie, un "clamoroso e fragoroso applauso di accoglienza a Sua Eminenza", e vedere poi un filmato dello stesso ingresso dello stesso  Pontefice dove un applausino stonatino fa capolino tra freddezze diplomatiche ed imbarazzi vari. Verba volant, scripta (et imago) manent. E laddove l'imago resta e stona con lo scopo, tagliacopiaeincolla, semplice come un foglio elettronico. Il frastuono di uno stadio in un giorno di derby.Puoi portare in televisione ergastolani, sequestratori, assassini, pluri-peripatetiche multi-raccomandate, pregiudicati collusi con la mafia, con la camorra, con l'ndrangheta, veterofascisti, neofascisti, veteronazisti, neonazisti, ma non importa, all'ascoltatore-lettore-osservatore moderno basta essere colpito dritto al centro, basta veder brillare, veder splendere, ed essere abbagliato, così da non potersi guardare attorno, stelline e stellone, veline e velone, culo di marmo, tette di gomma e cervello di  cotone, da inzuppare, l'Uomo Moderno è quellochedice, non quellochefa, e poi la sua proposta è troppo allettante per non essere colta, un biglietto prima classe solo andata dalla tua coscienza. Ma l'Uomo moderno non si accontenta delle sue parole, anche se molte e sparate da un mortaio grosso calibro.  No, l'Uomo moderno è verbofago, si nutre di aria vocale, le vuole tutte per se'. Anche le tue. E così ti intercetta. Non per motivi di Pubblica Sicurezza (anche se io rappresento un grosso pericolo per l'ordine cittadino e nazionale, come chi mi conosce sa bene),  ma lui vuole la quotidianità, ciao amore come stai, a che ora ci vediamo, una birra da te?, va bene, alle 11, e ancora, stasera si gioca? manca il portiere?, ok, ci penso io, chiamo Marco...Ma l'Uomo Moderno è irreprensibile, lui è la parte lesa, lui non sapeva, e parla, e parla, e ti abbaglia, e poi, all'improviso, nessuno parla più, lui sparisce e ne arriva un'altro, nell'intervallo un trenino, due chiappe di marmo  e nuovi liquidi ad inzupparti il cerebro.Reclàme.