Post n°6 pubblicato il 22 Maggio 2006 da zarbok
Fino a tutto il 1966, la legge canonica ha prescritto che ci fossero due forme di controllo sulla letteratura: la censura preventiva sui libri scritti da cattolici in tema di morale e/o di fede, il celebre «imprimatur» tuttora in vigore ai giorni nostri, e la condanna di libri giudicati offensivi, contro i quali sia chiesto l’intervento dell’autorità ecclesiastica, l’Index, appunto, la cui ultima edizione, la ventesima, fu redatta nel 1948. Tra i "banditi" della scrittura si possono trovare Balzac, Berkeley, Cartesio, D’Alembert, Montaigne, Defoe, Malebranche, i due Dumas, Flaubert, Heine, Hobbes, Zola, Stendhal, Kant, Lessing, Locke, Diderot, Simone de Beauvoir, Stuart Mill, Darwin, Spinoza, Pascal, Proudhon, Rousseau, George Sand, Montesquieu, Hume, Sterne, Voltaire, Sartre, Hugo. E tra gli italiani Aretino, Giannone, Bruno, Savonarola, D’Annunzio, Fogazzaro, Minghetti , Moravia, Gentile, Beccaria, Gioberti, Guicciardini, Leopardi, Marini, Foscolo, Monti, Ada Negri, Rosmini, Sacchetti, Sarpi, Benedetto Croce, Settembrini, Tommaseo, Pietro Verri e anche il Teatro comico fiorentino; inoltre era all’Indice qualsiasi volume non autorizzato che trattasse di storia della massoneria o dell’Inquisizione, oltre naturalmente alle versioni del Nuovo Testamento non validate dall'autorità papale.
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