Storie Per Vivere

Post N° 479


Martedì 13 Sono stata a vedere la presentazione del libro di Marco Travaglio al teatro Verdi di Pisa.Il libro s'intitola "La scomparsa dei fatti" sottotitolo "Si prega di abolire le notizie per non abolire le opinioni" e mette il dito in una della piaghe più evidenti del giornalismo italiano degli ultimi anni,"la scomparsa dei fatti"appunto,il non presentare le notizie da cui derivano le opinioni,ma solo le opinioni o alterazioni dovute alla "schiena curva"di chi fa malamente questo mestiere.Il servizio pubblico(quello dove lavora,anche se sotto inchiesta,lele mora-non merita nemmeno il maiuscolo-e dove Massimo Fini -altro grande giornalista"vagabondo"non può mettere piede e nemmeno vederla da lontano,forse perchè,come ha detto lui che era presente all'incontro,perchè incensurato!)è quello che richiama e interroga Santoro per aver fatto il suo lavoro,per nn aver programmato le domande con Mastella.Quello che ha diversi modi per far sparire(nemmeno fosse il mago Silvan)i fatti.Il primo modo esemplificato da Travaglio è quello usato da quello pseudoprogramma d'informazione,quello con il conduttore pieno di punti neri,quello che c'è dopo i film,è quello di non parlare affatto di cose importanti(esempio..quando Buttiglione è stato rifiutato dalla commissione europea si parlava  di impotenza maschile-non si sa se era legato al povero Rocco o no!-)...L'altro metodo è quello usato da un altro programma,quello che è condotto da un personaggio strano,a metà tra il compagno saccente delle superiori e quattrocchi dei puffi,per capirci,quello che ha nominato i tavoli del suo matrimonio con i nomi dei giocatori della roma,cioè parlare di un fatto(cioè..provare a parlare di un fatto)e aspettare che degeneri la rissa mediatica,facendo sì che alla fine il povero ascoltatore impazzisca e nn capisca più di cosa si parla.Altri metodi sono quelli di tacciare come "comunista"(o fascista a seconda dei casi)chi dice cose vere che magari vanno contro il potere in carica in quel momento,un altro è quello di cambiare il senso delle parole che uno dice.Oggi poi, la vera divisione tra i giornalisti non è fra destra e sinistra ma “fra schiene dritte e schiene curve, o quantomeno flessibili”, sostiene Travaglio, richiamando l’invito di Montanelli a scrivere per i lettori, a parlar chiaro e a farsi capire da tutti, e non a scrivere in codice solo per chi ti dovrebbe capire.Ha concluso poi con un invito a tenere gli occhi ben aperti in nome della tanto agognato e sfuggente verità.E' stata una cosa veramente interessante,quando ho un pò di tempo scriverò anche sull'intervento di Massimo Fini,e sul suo libro "il ribelle"...