Vincere e vinceremo!

La realtà supera la fantasia e mai adagio fu più adatto nel commentare un caso simile a questo: la decisione del giudice sportivo di non punire il gol con il braccio di Adriano e, soprattutto, la gazzarra di Genova. Del primo fatto non diremo molto, semplicemente che non c'aspettavamo annuncio diverso sebbene il gol sia palesemente irregolare e il brasiliano, come il Viola Gilardino, si sia ben guardato dal riconoscerlo scusandosene nel dopogara. Stesso peso, diversa misura. Una vecchia storia.

Ma se una sentenza relativa ad un gesto tecnico che avviene sul campo è pur sempre discutibile, lo sono molto meno i fatti di cronaca  avvenuti a margine della partita Genoa-Fiorentina. Per quell'incontro, a causa di esso, giace tuttora in ospedale un uomo in fin di vita. Stamani è uscita l'indiscrezione che vorrebbe l'osservatorio del Viminale deciso a non punire la tifoseria genoana, per i commenti a questa eventuale decisione attendiamo l'ufficialità che invece già c'è per la giustizia sportiva. Il giudice sportivo Giampaolo Tosel infatti ha già parlato:

Nessuna sanzione per gli oggetti in campo lanciati dagli spalti a fine partita. Nessuna sanzione per l'aggressione verbale subita dall'arbitro dopo il fischio finale ad opera di alcuni calciatori genoani. Nessuna sanzione per l'aggressione, documentata dalla tv pubblica all'interno della trasmissione "Quelli che il calcio", denunziata dalla moglie del giocatore Bonazzoli e da Aida Yespica compagna di Matteo Ferrari. Nessuna sanzione per i minacciosi assembramenti fuori dall'impianto di Marassi. Nessuna sanzione per l'aggressione, a suon di lancio di oggetti e vandalismi vari, al bus della Fiorentina, un torbido che ha causato il gravissimo ferimento del tifoso genoano Gabriele Amato.

Lapalissiano come certe scelte - condite da grottesche e arzigogolate sedicenti motivazioni - spazzino via la residua fiducia nel baraccone che è ormai diventato la cosiddetta "giustizia sportiva". Ma d'altronde ogni credibilità si è ormai dispersa negli anni passati, massime con i processi farsa di Calciopoli. Potremmo mettere a confronto sentenza e motivazioni odierne con quelle adottate dall'alto organismo nel febbraio di 3 anni fa, quando la Fiorentina fu multata di 1750 euro per "avere i suoi sostenitori - si leggeva nella nota ufficiale - lanciato un acino d'uva contro un Assistente colpendolo sul collo". Ma parrebbe che facessimo ironia fuori luogo o che atteggiassimo la Fiorentina a vittima e perseguitata. Così non è.

Perché oggi è il Genoa la vera vittima del giudice sportivo. La tifoseria genoana e la società del grifone. Certi manigoldi, vile razza che in ogni piazza pallonara alberga (anche da noi! anche da noi!), si sentiranno autorizzati a far udire non solo i loro latrati, ma anche a mettere in atto, certi dell'impunità, tutto l'armamentario di vandalismi di cui sono capaci. Il Genoa calcio per primo ne subirà le conseguenze, il movimento calcistico italiano per logico effetto successivo. La decisione odierna di Giampaolo Tosel porta indietro il calcio di dieci anni.

Stefano Prizio